Egr.dott.Miscia, le scrivo in merito a miei problemi di salute mentale per avere un suo umano parere, ho 55 anni e soffro di GAD da molti anni con relative somatizzazioni, anche se a detta dello psichiatra non sarei un depresso; diciamo che avrei un carattere tendente ad una visione pessimistica della vita che farebbe parte della mia natura.Credo che l’Ansia quando diventa cronica sfoci in malattia esistenziale, acuendosi a volte in Angoscia ed in male di vivere.Ci deve essere sempre un conflitto alla base di questa ansia così accentuata? E soprattutto un conflitto fra che cosa? Sono estremamente sensibile e trovo difficile convivere con i miei simili, nel senso che non trovo riscontri umani validi.Perché mi capita che mi ponga domande che alla maggior parte della gente non sfiora neppure per la mente? Sono molto più affine alla categoria degli artisti e poeti, ma trovo veramente difficile vivere in un’epoca materialistica come quella attuale. Il filosofo Cioran, altro grande depresso, diceva che la lucidità ci rende la vita insopportabile; in effetti ho una coscienza elevata delle cose che già conosco l’esito; a detta di Leopardi sono privo di illusioni e non mi piace un mondo dove l’unico valore sia il danaro.Il grande Jung diceva che era impossibile giustificare il valore della vita da un conto in banca; Ho fatto centinaia di terapie senza alcun esito positivo per cui devo ammettere che l’ansia sia di origine genetica, come di una bestemmia mandata dall’alto. L’angoscia poi mi fa percepire la dimensione del Nulla da cui proveniamo.In sostanza sono un disadattato a questa dimensione e devo solo pensare che magari coesistono altre dimensioni oltre questa brutale animalesca. Esiste una affinità fra sensibilità e depressione? o fra creatività e depressione? Schopenhauer diceva che la sofferenza ci dà il vero scopo della vita. Mi potrebbe servire una ipnositerapia per sondare l’inconscio? Comunque, ha ragione Battiato, non servono tranquillanti o terapie, ci vuole un’altra vita. Sicuro di un suo umano consiglio sentitamente ringrazio G.