Gent.mo Dott. Miscia, sono una ragazza di 28 anni e soffro di attacchi di panico. La mia storia familiare è molto problematica. I miei genitori si sono separati dopo 25 anni di matrimonio infelice, costringendo me, mia sorella e mio fratello a vivere le loro liti quotidiane e metterci in mezzo nelle loro faide. Sono cresciuta nonostante la famiglia numerosa da sola, ho cercato sempre di impegnarmi moltissimo nelle cose che facevo, studio o lavoro, proprio per distrarmi dai problemi in famiglia. Ho iniziato ad essere molto triste quando mio padre mi obbligò a rinunciare agli studi che volevo intraprendere, ovvero proprio Psicologia, ripiegai per continuare a studiare nello studio delle lingue, dove eccellevo. Durante gli anni all’università, nonostante i successi raggiunti non mi sentivo mai appagata, e dentro di me era vivo sempre il sogno di diventare una psicoterapeuta. Purtroppo non avendo mezzi economici propri, scelsi di trovare un lavoro, lo trovai, ma l’ambiente era pessimo e mi consentì semplicemente di mettere da parte una somma bastante a farmi andare via di casa. Con il lavoro iniziò contemporaneamente il mio empasse con gli studi. Ancora oggi non sono riuscita a laurearmi, il mio sentimento predominante è la paura, ho paura degli esami, ho paura di guidare e ultimamente esco di casa sempre meno. Qualche mese fa ho conosciuto una brava psicoterapeuta, non sono una sua paziente perchè non posso permettermelo, ma è stata così gentile da offrirmi una breve consulenza. Secondo lei ho una personalità di tipo evitante, probabilmente causata dalla presenza nella mia vita della madre borderline. Non avevo mai pensato che mia madre potesse esserlo, però da quando sono andata via di casa è molto peggiorata, ha anche minacciato il suicidio forse come richiesta di attenzione. La dott.ssa mi parlò della teoria dell’attaccamento di Bowlby e in effetti il quadro emerso mi sembra plausibile e calzante. Sono una persona che si ritiene molto capace, ma che non si fida per nulla degli altri. Non ho mai riposto fiducia nei miei genitori, nè contato sul loro appoggio. Mi hanno sempre implicitamente minacciata di negarmi il loro aiuto in caso di bisogno qualora fossi andata via di casa. Una volta al mese vado a trovarli e ultimamente accade che la notte prima di vederli non prendo sonno perchè un peso al petto e alla schiena mi opprime, mi rigiro nel letto fino a quando sento il bisogno di vomitare e lo faccio, senza provocarmelo, accade spontaneamente. Mi angosciano moltissime cose, la famiglia ( ho inoltre una sorellina di 14 anni autolesionista che vive sola con mia madre e temo sia una sua vittima, come lo sono stata io), gli studi ancora non completati, l’angoscia di guidare che mi fa sentire diversa dagli altri e mi toglie indipendenza e mobilità e mi riduce le possibilità di trovare un lavoro decente. Gli amici e il mio compagno mi ritengono una persona piena di talento, una di quelli che potrebbero fare tutto, eppure mi sento uno zero. Cosa posso fare per me stessa e per mia sorella? non ho soldi per entrare in terapia. Grazie.