Gentile dott. Miscia,
le scrivo perché un mio amico mi ha confessato la sua convivenza con una transessuale (MtF), pur non rinuciando a scappatelle con donne. Tengo a specificare che il mio amico è da sempre una persona sopra le righe e amante degli eccessi.
La sua famiglia vive con forte disagio questa situazione e i familiari lo etichettano come “pervertito e disturbato”.
Chiedo a lei se è giusto parlare di perversione
Salve, se talune fantasie erotiche vengono vissute o agite sotto forma di gioco o in modo simulato e sempre nel rispetto reciproco tra i partners, non si può parlare di parafilia o di una perversione patologica, in quanto la relazione sessuale matura prevede la possibilità di esprimere in modo armonico ed integrato, nelle luci e nelle ombre ricercate della sensualità e nell’intima reciprocità, i vari aspetti dell’immaginario erotico.
Le perversioni o parafilie sono molto diverse e prevedono la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner, coinvolgendo anche persone non consenzienti o bambini. Inoltre assumono carattere di patologia quando i comportamenti, i desideri sessuali o le fantasie diventano talmente pervasive nella vita del soggetto da provocare un disagio significativo sul piano dell’adattamento sociale e lavorativo. La saluto cordialmente. Antonio