Salve dottore. Ho 17 anni ed è da quando ho memoria che credo/penso di essere un essere speciale, o comunque qualcosa di fuori dal normale. Come se la mia “anima” fosse intrappolata in un corpo a cui ormai ho fatto abitudine, come se fossi finita sulla Terra per caso o forse per un motivo in particolare a me sconosciuto. È negli ultimi mesi che è diventato un pensiero quasi fisso. Sento il bisogno di esplorare l’universo per trovare le mie “origini”.La morte mi incute curiosità perché è da sempre che aspetto che accada qualcosa, come se fossi un personaggio di un libro di fantascienza, come se avessi un destino particolare. Molto spesso questa sensazione di inadeguatezza, forse causata anche dalle ingiustizie del mondo e del popolo umano, mi portano a una “depressione” tale da farmi desiderare con tutta l’anima di farla finita. Mi sento come un pesce fuor d’acqua. Tuttavia non mi sento distaccata dal corpo come sono descritti alcuni deliri. Non ho difficoltà a relazionarmi con gli altri e nemmeno a provare emozioni anche se a volte la sensazione che siano delle pedine in un mondo irreale mi rende un po’ triste, sopratutto quando le emozioni che provo sono positive. È veramente triste “sapere” che il tuo ragazzo, che è così perfetto, sia finto. Ieri sera ho avuto il primo attacco di panico. Ero sulle scale a fumare una sigaretta (all’aperto) e guardando giù ho avuto voglia di buttarmi. “Perché devo soffrire per qualcosa di irreale?” mi sono detta. Subito dopo mi sono appoggiata al muro, anche se a volte desidero fortemente la morte c’è sempre qualcosa che mi frena, forse l’amore per alcune persone o forse la paura del dolore l’atterraggio. Ho immaginato che delle mani spuntassero dal muro e mi prendessero con loro, come a punirmi per aver pensato una cosa simile. Mi sono staccata dal muro e in fretta e furia, presa dal terrore e dal panico, ho spento la sigaretta e sono rientrata in casa. Lì ho cominciato a piangere e ho ripetuto tra me e me “perché devo soffrire per qualcosa di irreale?”, solo che qui aveva un altro significato: il qualcosa di irreale era la mia “malattia”, la mia croce che mi pesa tanto. Ho bisogno di aiuto. Ho avuto un’infanzia difficile che non penso mi abbia segnata in questo modo. Tuttavia non credo di essere un granché come umano. Sono pigra, fatico a concentrarmi e a seguire un ordine preciso. Se i rapporti con una persona si concludono in malo.modo non riesco a togliermelo dalla testa finché qualcosa di peggio non accade. È da qualche settimana che l’idea di uno psicologo mi alletta, forse potrà dirmi che questi pensieri hanno un nome e saprà aiutarmi. (Anche se ho anche un po’ paura di essere presa per pazza). Per andarci devo per forza essere maggiorenne se non voglio assolutamente dirlo ai miei?