salve dottore,sono un ragazzo di 23 anni,brevemente spiego la mia storia: fin da giovanissima età mi sono cimentato in relazioni definirei morbose con l altro sesso,arrivando ad annullarmi,a disconoscere i miei bisogni,lo scopo della mia vita,a cercare un controllo praticamente totale sulla persona(mi dava fastidio qualunque cosa,anche che avessero amiche).Durante i periodi da single vivo la vita come un intermezzo,faccio le cose per senso del dovere e percepisco sempre un senso di insoddisfazione e di vuoto,un vuoto non colmabile con delle azioni da fare nella mia vita,ma solo appoggiandomi emotivamente ad un altra persona,tornando praticamente all’infanzia(è cosi che mi sento in una relazione).Attualmente sono in cura in una psicoterapia di tipo cognitiva da 3 mesi,ma non vedo risultati.Ho già riferito alla terapeuta i miei stati d’animo. Sinceramente non so cosa pensare,sento che la mia vita è compromessa in quanto non sono in grado di provvedere alla mia soddisfazione visto che riconosco il mio benessere all’esterno e quindi non dipendente da me. Aggiungo inoltre che ho una personalità piuttosto camaleontica,mi adatto parecchio alle persone che ho davanti,e questo mi ha fatto disconoscere anche chi sono nel profondo.Se potesse darmi un parere sommario glie ne sarei grato.
Salve , le posso dire che è fondamentale il rapporto esistente tra lei e la terapeuta, che sia cioè un rapporto di fiducia nel quale lei sente che l’altra è la persona “giusta”con la quale compiere questo importante cammino alla ricerca di sè.Tre mesi sono un periodo di tempo troppo breve per trarre delle conclusioni, quindi è necessario prosegiire , se esistono le condizioni di cui le parlavo prima.Anche unire un lavoro ipnotico può essere per lei di valido aiuto. La saluto cordialmente. Antonio