Buona sera, mi rivolgo a Lei perché non so se sia davvero il caso di cominciare una vera e propria terapia o percorso con uno psicologo. Il mio problema è principalmente l’ansia che tengo dentro da molto tempo. Ansia riguardo agli studi, riguardo alla famiglia (non ho un rapporto sereno con mio papà, la cui presenza mi ha sempre messo in soggezione e agitazione fin da quando ero piccola). Questo stato di ansia mi ha portato ad adottare comportamenti “strani” e ossessivi. Un esempio: sento sempre l’impulso di toccare le estremità di oggetti, soprattutto le estremità delle maniglie delle porte, o gli spigoli di un tavolo o di una penna. Sento che se non lo faccio, 1. Qualcosa potrebbe andare storto (quindi è un po’ una sorta di scaramanzia, anche se per natura non sono affatto scaramantica) 2. Mi darebbe proprio fastidio non toccare l’estremità di un certo oggetto. Il fastidio che provo se non tocco un’estremità, o l’impulso che provo di toccarla è parte integrante dell’ansia. Poi ci sono i pensieri che cerco di scacciare, perché, secondo me, potrebbero avere un effetto negativo sulla mia vita, e far succedere qualcosa di brutto. Questa paura è forse legata al fatto che, essendo in uno stato di ansia e paranoia, temo che qualcosa possa influire negativamente sulla mia vita, e cerco di allontanare questo “peggioramento” con delle manie irrazionali e inutili. So benissimo che toccare le estremità di una maniglia non impedirà a qualcosa di brutto di accadere, eppure provo fastidio e paranoia se non lo faccio (ansia=fastidio=ansia). Infine, dopo aver chiuso la porta di casa a chiave, fatti 100 metri torno indietro con il timore di non averla chiusa (e naturalmente tocco la maniglia!). Ho notato anche che provo fastidio se vedo due tavoli non allineati, e se i loro spigoli non combaciano perfettamente. In questo caso però non li allineo per evitare che accade qualcosa di brutto, ma per il semplice fatto che non sopporto vederli non allineati. Tutto ciò non influisce però sulla mia vita quotidiana, piuttosto influiscono sulla mia tranquillità interiore,perché so che se non seguo questi impulsi,poi avrò il fastidio e il rimpianto di non averlo fatto. Secondo Lei sono affetta da DOC? Cosa devo fare? (ho posto questa domanda anche ad un altro psicologo, ma avere due pareri è sempre meglio
Salve, anche se avere due pareri in luogo di uno non è sempre la soluzione migliore, a meno che non siano concordanti,sembra si tratti proprio di Doc, ma questo può significare anche poco, perchè la diagnosi è subordinata al soggetto e anche la sua trattabilità è relativa non tanto all’etichetta diagnostica quanto alla capacità che ha la persona stessa di stabilire un transfert, cioè un rapporto, più o meno positivo con il terapeuta che si occupa della sua soggettività.Quindi le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico di tipo psicoanalitico con uno specialista che raccolga la sua fiducia. Meno indicata può essere, in casi come questi, una ipnositerapia. Un cordiale saluto. Antonio