Sono uscito ora dall’ospedale dove mi hanno applicato due by-pass. Avendo 42 anni c’è da preoccuparsi. Fumavo,fino a pochi giorni fa 40 sigarette al giorno. Ora mi sento proprio depresso.Non ho amici veri solo qualche conoscente che vedo saltuariamente e mi sento solo, non essendomi mai fatta una famiglia. Non posso vivere senza sentirmi stimolato al massimo e questo mi ha permesso di arrivare in su con la carriera, ma anche evidentemente mi ha causato uno stress che ha fatto saltare le mie coronarie. Ora sto ricominciando a fumare (cosa che mi hanno tassativamente vietato) ma non riesco a fare a meno delle sigarette. L’ipnosi mi può aiutare?
Credo che lei abbia una personalità fortemente competitiva che la porta a cercare un livello di stimolazione elevato. Alla ipnosi, utile della dipendenza tabagica, credo che sarebbe opportuno affiancare un lavoro psicoanalitico per dipanare le conflittualità che sono alla base della sua tipologia caratteriale, probabilmente strutturatasi in chiave difensiva, per salvaguardarla da valenze depressive latenti che vengono evocate da uno stato anche modesto di passività.Il lavoro profondo su se stesso le permetterà di perseguire e godere stati mentali più rallentati e pacificati,permettendole di dare ampio spazio ad una riflessione profonda e consapevole, intrisa di una ritmicità lenta e non frenetica, non facendosi sedurre dalla iperattività e dalle sirene dell’agire in modo concitato,ma riassaporando l’otium , la trance, la meditazione, l’arte della contemplazione, lasciandosi cullare dalla dilatazione del tempo e dello spazio. Con le evoluzione psichica potrà ampliare il rapporto con i suoi simili,attraverso l´amore, la amicizia, la empatia, la comunicazione, abbandonando gli egocentrismi e gli arrivismi con le connesse brame di espansione e di profitto capaci solo di farci scontrare con la miseria e la caducità del nostro essere.Io credo che le relazioni debbano essere privilegiate rispetto al reddito, perché la solitudine e la mancanza di legami sociali hanno molta più influenza sul benessere di quanto non faccia la situazione economica, fatte naturalmente salve le condizioni di estrema indigenza. Ciò forse non ci conduce alla felicità ma rappresenta la creazione di una struttura anticorpale capace di tutelarci dalla depressione e di conferire serenità e dolcezza alla nostra esistenza.Il capitalismo, con la sua aspirazione edonistica, non è in grado di garantirci la tranquillità psichica, perché esso può soltanto inneggiare alla strategia di un accumulo ed incremento dei beni senza significato ed essendo inoltre profondamente legato a quei parametri di efficienza su cui lei ,in questo momento, non può contare, una volta che tali condizioni di funzionamento ottimale siano venute meno, si può creare nel soggetto la prospettiva di doversi incontrare con la nullità del suo significato esistenziale.