Credo di essere arrivato ad una svolta della mia vita. Mi è presa un´ansia che non le dico. In breve i fatti. Ho raggiunto i trenta anni che prima pensavo fossero l´età della maturità, oggi certo non lo direi più. Ho una fidanzata storica, ci vogliamo( o dovrei dire volevamo) bene anche se non abbiamo mai avuto rapporti molto frequenti e poi purtroppo il mio” vizietto”. Ogni tanto vado con i ragazzi, mi faccio fare certe cose anche se io non sono mai stato “passivo” e, dopo,mi chiudo in casa dalla vergogna e ho paura che mi leggano in faccia quello che è successo. Ovviamente nessuno sa niente, la mia ragazza, educazione all´antica, mi avrebbe lasciato senza pensarci un attimo e ai miei genitori avrei dato un dispiacere incredibile. Da qualche mese è successa la frittata.La mia ragazza mi ha proposto di andare a vivere insieme, a me sembrava che tutto andasse bene ma da quel momento con lei non ho più avuto un briciolo di eccitamento e l´erezione con lei se ne è andata completamente, ho provato e riprovato, nulla di nulla! Solite scene che lei può immaginarsi lei scoppia piangere in continuazione, mi accusa di non volerle più bene e io da qualche tempo non dormo più e sono davvero depresso. Mi dica dottore, ma io sono omosessuale o bisessuale ed è questo il motivo della mia crisi? Mi scriva qualcosa perchè non so più dove battere la testa.A.V.
Purtroppo nella sua lettera manca l´aspetto diacronico,la sua biografia e la relazione con le figure di riferimento,le sue esperienze precoci e tutto ciò che può illuminare o perlomeno contribuire a chiarire la sua situazione attuale. Su un´aspetto, però, le posso dire qualcosa con certezza:la sua attuale impotenza con l´angoscia correlata e gli approcci omosessuali non sono legati deterministicamente nel senso che gli uni condizionano gli altri. Il fatto è che tutto ciò che la riguarda attualmente, compresa la claustrofobia della convivenza è frutto di relazioni incongrue avute con le prime persone con cui lei ha avuto contatto con conseguenti identificazioni precarie, carente introiezione di oggetti buoni, probabile parziale inversione del complesso edipico. Esiste, in altri termini,probabilmente, una ambivalenza verso la figura femminile originaria da cui dipendono sia i soddisfacimenti omosessuali,anche se parziali, sia la tiepidezza sessuale verso la sua compagna. Questa è sfociata nel rifiuto totale di darle piacere espresso, in modo rimosso, con l´impotenza la quale ha un valore punitivo nei confronti della ragazza per la sua richiesta di convivenza percepita come uno strangolamento psichico.In casi come il suo può essere utile un lavoro ipnotico che possa agire sulla nevrosi d´angoscia in tempi relativamente brevi e un lavoro psicoanalitico per permetterle un approfondimento del sè con definizione dei parametri identitari attraverso nuove introiezioni transferenziali. La saluto cordialmente.