Mi chiedo come sia stato possibile che da una famiglia “per bene” come la nostra sia potuto venir fuori un figlio così. E’ il secondogenito. Il primogenito è un ragazzo d’oro, un bravo professionista, ha una bella famiglia, tutto quello che le viene in mente che possa far felice due genitori. Il secondo è nei guai, lo hanno accusato di emissione di assegni a vuoto e non è la prima volta che si trova in situazioni del genere, lei mi capisce, a 26 anni…..Quali sbagli avremo mai compiuto noi genitori e poi perché solo lui è venuto così strano, può dare una parola di conforto a una madre angosciata?
Il problema con cui lei deve confrontarsi non è direttamente comprensibile nello specifico, perché sarebbe importante conoscere le motivazioni profonde che si agitano nella mente del ragazzo. Sono tante le variabili in gioco che possono portare alla evoluzione sociopatica e delinquenziale di un soggetto, per cui mi limiterò ad una disamina generale delle forze in gioco. In questi soggetti si ha evidentemente una formazione incompleta o non definita delle istanze morali. A livello psichico si trova nel vissuto una carenza di relazioni oggettuali durevoli con gli oggetti di riferimento, che siano o meno i genitori biologici, con conseguente precarietà di validi processi di identificazione e la formazione di un super-io incompleto, patologico o tenuto a distanza tramite tecniche di incapsulamento. A volte, ma non sempre, e forse non è il caso di suo figlio, il comportamento antisociale è caratterizzato da impulsività, che viene anche essa attuata tramite meccanismi di corto circuito, in cui il soggetto cede all’impulso immediatamente prima che possa essere frenato da istanze censorie. In questo caso posso azzardare una ipotesi interpretativa circa una disparità di trattamento a cui siano stati esposti i due fratelli o per loro diverse tipologie caratteriali da bambini o perché nati in un momento diverso della relazione tra lei e suo marito. Si potrebbe ipotizzare ulteriormente un’aggressività del minore verso il padre o il fratello maggiore depositari della legalità e dell’ordine e percepiti come stretti in una solida alleanza in cui per lui non vi era spazio, e che l’unico modo per raggiungere una identità sia stato quindi, per lui, assumere una posizione trasgressiva e contestataria nei confronti del sociale che rappresentavano. D’altra parte anche una analisi degli introietti materni, di come cioè suo figlio abbia vissuto la figura di lei, sarebbe fondamentale per farsi il quadro dello psichismo dell´uomo. Riguardo alle possibilità di modificare la situazione purtroppo sono abbastanza scettico perché questa tipologia di persone non è affascinata da un percorso analitico che ha peraltro i suoi limiti quando deve agire come processo post- educativo correttivo e inibente piuttosto che come processo di conoscenza illuminante e liberatorio. Non possiamo escludere però che, mutando le condizioni esistenziali, possa instaurarsi in lui una conflittualità circa il suo agire la quale sia in grado di creare le basi di una disponibilità interna all’approfondimento e alla evoluzione del sé.