Ho letto la sua lettera di risposta alla madre con il figlio a cui è stata fatta diagnosi di disturbo borderline.Io ho una figlia nella stessa situazione. Alterna momenti di depressione ad altri di aggressività, non è capace di provvedere a se stessa e minimamente di organizzarsi è una disperazione vederla così. Ha fatto un ricovero in una struttura specializzata, l´hanno dimessa dopo 20 giorni e la diagnosi è la stessa. C´è qualche possibilità di cura?
Il quadro borderline o stato-limite rappresenta lo spazio vuoto lasciato tra le due linee strutturali nevrotica e psicotica. E´,rispetto ad esse,un campo molto meno rigido, meno solido strutturalmente e molto meno definitivo. In questi soggetti l´Io ha superato senza troppi incidenti il momento in cui le frustrazioni della primissima età avrebbero potuto creare fissazioni prepsicotiche tenaci e spiacevoli,i quali non sono regrediti a tali fissazioni nemmeno nella loro evoluzione ulteriore. Tuttavia, nel momento in cui iniziava per loro l´evoluzione psichica normale questi soggetti hanno subito un importante trauma psichico, nel senso affettivo del termine, cioè un turbamento pulsionale sopraggiunto in uno stato dell´Io ancora troppo inorganizzato e troppo immaturo sul piano delle difese dell´adattamento e dell´assetto. Si inquadra come disturbo narcisistico e la relazione oggettuale è rimasta centrata su una dipendenza anaclitica(cioè di appoggio) nei riguardi dell´altro con minaccia di tipo depressivo e la sua angoscia è una angoscia di perdita.Il momento patogenetico originale dello sviluppo di un quadro borderline risale alla fase simbiotico- fusionale con la figura materna. A volte si assiste in questi soggettia una divisione del campo relazionale in due settori distinti, l´uno conservante una valutazione corretta della realtà, l´altro funzionante con modalità meno realistica: questa è una difesa contro la minaccia di esplosione cioè,per non doversi frammentare, l´io si deforma scindendosi in un settore adattativo e uno anaclitico. Come ho scritto nell´altra lettera sarebbe importante effettuare un profondo lavoro psicoanalitico con valenze relazionali”materne”facendo prevalere il contatto e l´avvicinamento sulla posizione interpretativa paterna distaccata. Anche l´ipnosipuò essere in certi momenti di aiuto soprattutto nel contribuire a bonificare la fusione tra io ed io-ideale.