Non so se sono depressa, certo dentro di me c´è una insoddisfazione profonda. ancora precaria a 30 anni con un fidanzato a metà, ci si lascia e ci si riprende continuamente. Mi viene l´ansia o la depressione non so come chiamarla, quando sfogliando le riviste leggo di ragazze come me o più giovani, sicure baciate dal successo o con cachet milionari e io mi chiedo cosa faccio e cosa sono.Il cibo diventa l´unica consolazione, non mangio tanto ma continuamente come dovessi riempire i miei vuoti esistenziali, anzi sono sicura che è proprio così. Eppure non sono una stupida e quando, dopo essermi ingozzata, mi guardo allo specchio mi disprezzo davvero. ora sono ingrassata parecchio, ogni tanto facccio qualche dieta, perdo un pò di kg e poi subito li riacquisto. Credo si tratti anche di bassa autostima,non so se lei si è fatto un´idea, cosa potrebbe essermi utile?
Nella sua lettera, come spesso capita,lei si è concentrata sull´hic et nunc,cioè sulla situazione presente, mentre sarebbe stato molto utile un riscontro, anche se parziale, della dimensione biografica, della situazione familiare e un riferimento relazionale ai primi rapporti oggettuali.E´ possibile ipotizzare una gestione problematica, all´interno del proprio sè, delle dinamiche aggressive, identificative e proiettive, nei confronti del seno materno simbolicamente inteso. Esiste in lei un “ideale del sè” forte e tenace che la mette a confronto con gli individui di successo delle riviste, su cui lei fantastica trovandosi al cospetto inadeguata e isufficiente. Mi sembra, invece, che sia la sua dimensione relazionale “reale” quella cioè dei rapporti sociali,ad essere carente, quindi il confronto, molto più proponibile, con i suoi simili è sostituito da quello che lei effettua con immagini idealizzate e irraggiungibili. Tale problematica credo emerga anche dal contatto altalenante nella relazione con il fidanzato, che illustra quanto siano mutevoli le dimensioni fantasmatiche all´interno del suo psichismo.La sua bassa autostima può appunto essere una conseguenza di carenza di introietti buoni, che lei cerca di compensare attraverso il cibo, di cui è chiara però la natura ambivalente perchè la deforma,rende precaria in modo marcato la sua socializzazione e quindi diventa un introietto più cattivo che buono, per cui il quadro non migliora affatto.Può essere utile, ammessa che vi sia la possibilità, un lavoro a scopo antimpulsivo nel breve, e, successivamente, un trattamento psicoanalitico, per lavorare , attraverso il transfert, sugli oggetti interni in modo da effettuare un paziente ma molto proficuo lavoro di bonifica.