Gen.mo dottore, da qualche mese l´angoscia mi sta stressando e non so cosa fare.Sono entrata da poco in menopausa e ho avuto i miei problemi psicologici, direi abbastanza superati. Delle due mie figlie, la prima non mi ha mai dato problemi, la seconda, che ora ha 15 anni, mi ha fatto confondere fin da bambina con le sue stranezze e le sue lamentele. Mia madre è venuta a mancare circa un anno fa, la ragazzina era attaccatissima a lei e credo abbia avuto una specie di tracollo psicologico. Ha cominciato a mangiare in modo strano, anche fuori dai pasti, qualsiasi cosa trovasse, lei che era così difficile con il cibo, e ha preso una decina di chili . Allora via con i lassativi e diuretici e spesso, dopo aver mangiato, se ne andava in bagno a vomitare (trovavo le tracce e a volte l’ho anche sentita ); anche le mestruazioni hanno iniziato ad essere irregolari. È tornata dalle vacanze, a Luglio, e non la riconoscevo, molto dimagrita, ho pensato che non avesse quasi mangiato per un mese. Ora si rifiuta di mettersi a tavola con noi, ha perso ancora peso, si alimenta pochissimo e credo che continui con i diuretici e i lassativi. Si è data ad una attività fisica che a me sembra esagerata( ma da dove le prenderà le energie ?)ed è diventata molto aggressiva. L’argomento cibo non si può assolutamente toccare e si guarda allo specchio continuamente. Non mi dice quanto pesa, ma io la vedo, ogni giorno mi sembra più pelle e ossa .Cosa si può fare prima che accada l’irreparabile? La saluto cordialmente.M.G.
La classificazione dei disturbi alimentari per l´anoressia indica come criteri diagnostici A)Il rifiuto di mantenere il peso corporeo al peso minimo per l´età o la statura B)Intensa paura di acquistare peso o diventare grassi anche quando si è sottopeso C)Influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima o rifiuto di ammettere la gravità della attuale situazione di sottopeso D)Nelle femmine, dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi.Può esprimersi con restrizioni o con abbuffate e condotte di eliminazione. In base alla sua descrizione può trattarsi della fase di apertura di un disturbo di anoressia mentale. A volte esordisce senza motivo apparente ma, in questo caso, sembra che il fattore scatenante(anoressia reattiva) sia stato per la ragazzina la perdita della nonna che, con ogni probabilità, era, ed è sempre stata per lei, una fonte importante di affetto e di rassicurazione. E’ anche possibile ipotizzare che abbia spostato sulla nonna immagini materne e che la perdita sia stata anche vissuta anche in un quadro di senso di colpa relativo alle proprie fantasie aggressive nei confronti della madre.Vi è stato un quadro prodromico di bulimia, come avviene a volte nelle anoressie. Il problema attuale è complesso perché, come succede spesso in questi casi, la ragazzina sembra inavvicinabile e tetragona ad ogni forma di contatto con lei: è quello che in genere si verifica, avendo il conflitto ,in questi casi,il suo fulcro proprio nel rapporto madre-figlia. Per mezzo del rifiuto del corpo e dei suoi bisogni si esprimono l´incapacità ad integrare le trasformazioni fisiche ed affettive del periodo puberale e il rigetto della sessualità genitale. Nella sua lettera non si parla di suo marito, è forse possibile che egli abbia una possibilità di dialogo che a lei sembra preclusa e forse vale la pena fare dei tentativi in questa direzione per poter contare su un transfert, almeno parzialmente, utilizzabile. Si è visto che un approccio basato solo sul controllo del peso è insufficiente ed è causa numerose ricadute. Ad esso è assolutamente necessario associare unapsicoterapia psicoanalitica,sperando di poter contare su una qualche disponibilità della ragazza. Essa deve essere associata ad un intervento psicoterapico anche sui genitori per modificare la dinamica relazionale patogenetica, e preferibilmente il trattamento va esteso anche al nucleo familiare nel suo insieme.