caro dott Miscia, la maggior parte delle pagine internet relative al tema DOC a mio avviso palesano una grave disinformazione per vari motivi che concernono in particolare l'”inevitabile”andamento invalidante e l’esito sfavorevole del disturbo (nessuna speranza, peggio del tumore al pancreas!) e l’altrettanto “inevitabile” utilizzo della psicoterapia cognitivo comportamentale nel trattamento di esso. tutto ciò mi ha creato un forte turbamento, dal mommento che mi ha spinto con grande angoscia a chiedere chiarimenti al mio psicoterapeuta con il quale avevo affrontato anni fa un percorso di psicoterapia analitica di quasi 5 anni; egli mi ha ribadito le ragioni della bontà dell’analisi(sogni, libere associazioni) come strumento per far emergere le motivazioni più plausibili di un dato fenomeno ossessivo.ciò che colpisce è sono i toni quasi “messianici” con cui i seguaci della TCC affermano l’assoluta infallibilità dei loro protocolli operativi ritenendoli l’unica via per riuscire a risolvere il problema DOC,relegando l’analisi ad una pratica del passato che fornisce scarsi risultati. lei che ne pensa? altra questione è quella relativa ai rituali compulsivi: per la TCC, essi vanno rimossi e talora sostituiti con dei controrituali di cui non conosco la natura; secondo il mio terapeuta, l’analisi non prevede tout court la rimozione di essi a condizione che non diventino invalidanti e persecutori e che non influiscano nello svolgimento della vita lavorativa e relazionale, mantenendosi ad un livello di tollerabilità. concorda al riguardo? Grazie
La ringrazio della bella lettera. Le dirò che io, in base anche alla mia esperienza trentennale. sostengo la profonda validità dello strumento psicoanalitico in ogni forma di problematica psichica e anche nel disturbo ossessivo- compulsivo. Sono d’accordo con il suo analista sul fatto che i rituali vadano interpretati, compresi profondamente e non sostituiti dato che il lavoro profondo sull’inconscio li renderà sempre meno incisivi ed invalidanti, facendo loro perdere consistenza in un contesto personologico caratterizzato da una progressiva evoluzione libidica con sblocco delle valenze regressive e fluidificazione della psiche nella sua globalità.Anche l’ipnositerapia, come strumento integrativo del lavoro analitico può fornire risultati molto soddisfacenti ampliando, attraverso la trance, lo spazio psichico e togliendo incisività alle fantasie persecutorie originarie o frutto del meccanismo di spostamento proprio del meccanismo ossessivo-compulsivo. La saluto cordialmente