I pazienti con tale disturbo di personalità sono al limite tra la nevrosi e la psicosi e sono caratterizzati da una straordinaria instabilità dell´affettività, dell´umore, del comportamento, delle relazioni con gli oggetti e dell´immagine del sé. Il disturbo è stato anche definito schizofrenia deambulatoria, personalità come-se (termine coniato da Helene Deutsch), schizofrenia pseudonevrotica (descritta da Paul Hoch e Phillip Politan). Essi appaiono quasi sempre in stato di crisi. Sono soggetti a rapide modificazioni dell´umore nel senso che possono essere aggressivi in un momento,depressi subito dopo e lamentarsi di non avere sentimenti in un altro momento. Possono manifestare brevi episodi psicotici piuttosto che conclamate fratture psicotiche; i sintomi psicotici sono quasi sempre circoscritti, fugaci o dubbi. Il comportamento dei pazienti con disturbo borderline di personalità è assolutamente imprevedibile. Esiste l´eventualità che possano procurarsi automutilazioni per sollecitare aiuto dagli altri, dirigendo verso di sè quella aggressività che non sono mai riusciti a collocare sulla figura materna originaria. Poiché si sentono sia dipendenti che ostili, i soggetti con disturbo borderline di personalità hanno relazioni interpersonali tumultuose. Possono essere dipendenti ed esprimere un´enorme rabbia nei confronti dei soggetti a cui sono affettivamente legati quando vengono frustrati. Tuttavia non riescono a tollerare la solitudine e, indipendentemente da quanto possa essere insoddisfacente,preferiscono una frenetica ricerca di compagnia al rimanere da soli. Per alleviare l´isolamento, anche se solo per brevi periodi, accettano l´amicizia di persone estranee o hanno comportamenti promiscui.Frequentemente lamentano una cronica sensazione di vuoto e di noia e la mancanza di un senso coerente di identità (diffusione dell´identità). Spesso si lamentano di quanto si sentano depressi per la maggior parte del tempo:è possibile che dietro il polimorfismo sintomatologico si annidi la depressione che è la vera e nucleare entità nosologica alla base della sindrome. Funzionalmente, gli individui affetti dal disturbo borderline distorcono le loro relazioni classificando ogni persona in una categoria, completamente buono o completamente cattivo. Vedono gli altri come figure protettive, cui legarsi strettamente, oppure come persone odiose e sadiche, che li deprivano dei bisogni di sicurezza e minacciano di abbandonarli ogni volta che si sentono dipendenti. Come conseguenza di questa scissione, le persone buone vengono idealizzate e quelle cattive svalutate. La differenziazione dalla schizofrenia viene fatta sulla base del fatto che i pazienti borderline non hanno episodi psicotici prolungati, disturbi del pensiero o altri classici segni schizofrenici. I soggetti con disturbo schizotipico di personalità invece presentano evidenti peculiarità di pensiero, stranezze nell´ideazione e ricorrenti idee di riferimento. I pazienti con disturbo paranoide di personalità sono caratterizzati da estrema sospettosità,mentre quelli con disturbo istrionico e antisociale di personalità sono difficili da distinguere da quelli con disturbo borderline. Gli studi longitudinali non mostrano una progressione verso la schizofrenia, ma i pazienti hanno un´elevata incidenza di episodi di disturbo depressivo maggiore. La diagnosi viene di solito fatta prima dell´età di 40 anni, quando i soggetti stanno tentando di fare scelte lavorative, coniugali e di altro tipo e non sono in grado di affrontare i normali stadi del ciclo della vita. La psicoterapia della personalità borderline viene considerata il trattamento di scelta e secondo me, quando è possibile, orientata psicoanaliticamente. Spesso il regime psicoterapeutico va integrato con la farmacoterapia. La psicoterapia è difficile per i pazienti, ma anche per lo psicoanalista. Nei soggetti borderline è presente frequentemente una valenza regressiva importante; tendono a mettere in atto i loro impulsi e dimostrano transfert positivi o negativi labili,spesso alternantesi rapidamente per scissione tra l´oggetto buono e quello cattivo. L´identificazione proiettiva può anche causare problemi di controtransfert, se lo psicoanalista non è consapevole del fatto che il paziente sta tentando inconsciamente di metterlo alla prova, ma, nonostante le difficoltà dell´impresa, un lavoro con questi soggetti può essere fonte di enorme soddisfazione e gratificazione per i risultati raggiunti.