La fibromialgia è una sindrome in cui il dolore muscolare cronico diffuso è associato a rigidità.La indagine psicoanalitica porta alla luce, in questi soggetti una aggressività rimossa che si indirizza verso il soma, causa del deficit di mentalizzazione propria del soggetto psicosomatico e, in questo, si avvicina, alla sindrome da fatica cronica (CFS). La malattia è dunque la “somatizzazione” di conflitti non risolti. E’ spesso associata ad altri disturbi psicosomatici. Essa si sviluppa lentamente e si manifesta sotto la pressione di un evento – stimolo, tipicamente una grossa frustrazione (per esempio delusione o dispiacere per il mancato appagamento di un desiderio coltivato invano). L’espressione del sintomo è dovuta al meccanismo della regressione.Vi è una rimozione del conflitto ad un livello “mentalizzato”, per cui esso non si esprime più con sintomi psicogeni (ansia, angoscia, depressione) ma prende una innervazione somatica. In breve, possiamo dire che il bambino in età preverbale manifesta le sue emozioni attraverso il corpo. Nella fase evolutiva successiva, quella verbale, il bambino impara a “esprimere” le sue emozioni. La “somatizzazione” riproporrebbe l’espressione del primo stadio evolutivo infantile (preverbale), quella in cui l’ansia si rivela a livello somatico, la nevrosi invece riproporrebbe l’espressione più avanzata del secondo stadio (verbale). In questi disagi l’ansia, la sofferenza, le emozioni particolarmente dolorose per poter essere percepite vissute e sentite, trovano una via di scarico immediata a livello corporeo. In genere l’individuo con disagi psicosomatici si presenta con un buon adattamento alla realtà, con un pensiero ricco di fatti e di concretezza e povero di emozioni. Si parla di alessitimia cioè limitata percezione dei sentimenti interiori e difficoltà a comunicare l’esperienza emotiva. Con questo termine si descrive cioè una condizione di vita emotiva e immaginativa limitata. Le origini della alessitimia vanno cercate anche nel tipo di ambiente familiare in cui l’espressione dei sentimenti è ritenuta fuori luogo rispetto alle “realtà” della vita. Si tratta di soggetti che difficilmente riferiscono sentimenti quali rabbia, paura, scontentezza, insoddisfazione, delusione. Essi hanno notevole difficoltà ad esprimere emozioni e rimuovono l’elemento fantasmatico.
Sono soggetti particolarmente dipendenti, con una personalità organizzata intorno al mantenimento della propria autostima tramite le conferme provenienti dall’esterno. Coloro che ne soffrono non sono, perciò, affatto coscienti della relazione tra la loro rabbia ed il sintomo dolore che è dovuto ad una contrazione muscolare permanente anche durante il riposo notturno. Spesso i medici a cui si rivolgono fanno credere loro di essere portatori di una malattia rara e incomprensibile alla scienza medica e prescrivono miorilassanti analgesici morfinoderivati antinfiammatori e antidepressivi Gli antidepressivi, che modificano la soglia di percezione del dolore, principalmente agiscono sul tono dell’umore. Il perenne stato d’allarme interiore dell’ individuo innesca il disturbo dolorifico, poi da questo si ingenera una cattiva qualità del sonno, per approdare infine ad una sindrome depressiva. Si assiste a periodi brevi di relativo benessere che si inframezzano agli stati dolorosi acuti.
In genere, come abbiamo detto, esiste un trauma precipitante che scatena la sintomatologia. I fibromialgici presentano un conflitto psicogeno che determina una alterazione dei neurotrasmettitori cerebrali (serotonina-dopamina-noradrenalina-Gaba,etc) .,senza alcun danno a tessuti ed organi. pertanto non si parla di possibile degenerazione nel tempo nel caso della fibromialgia Nella totalità dei casi non c’è nulla di alterato a livello organico, le analisi e gli accertamenti strumentali diagnostici a cui si sottopongono sono nella norma e non hanno una soglia dolorifica differente dalle altre persone.