Salve professore,mi chiamo…. ed ho 21 anni. Sin da quando ero bambino soffro di attacchi di panico quando mi trovo a formulare domande a cui il mio intelletto non riesce a dare risposta, primo fra tutti non riesco ad accettare l’idea della morte. Soffro di ansia ogni qual volta mi trovo a pensare all’infinito spaziale e temporale, ed essendo ateo non riesco a dare una spiegazione alla nostra presenza al mondo. Le scrivo perché ho letto un suo articolo sull’angoscia esistenziale, e credo di rispecchiarmi fortemente nella sua analisi. Questo mio nichilismo, le letture esistenzialiste (Sartre, Camus, Cioran), mi stanno debilitando e non riesco a capire se si tratta di una patologia e soprattutto non capisco se riuscirò mai ad uscirne. Vorrei tornare ad essere spensierato, e abbandonare tutta questa angoscia filosofica, secondo lei è possibile? Come? Preferirei se mi rispondesse in privato. Buona giornata, scusi per il disturbo
Salve, leggendo la tua lettera sembra che il problema non sia rubricabile con l’angoscia esistenziale di cui hai letto, ma di qualcosa di più radicato e profondo che affonda le sue radici nel tuo passato remoto. Perciò è opportuno, e necessario, data anche la tua età, intraprendere un percorso che ti porti nelle viscere della tua psiche, cercando uno specialista con cui compiere questo cammino che sarà decisivo per la tua esistenza e che ti permetterà di compiere scelte vitali non frutto di dinamiche derivanti dai tuoi conflitti, ma direzionalità profondamente consapevoli. Se troverai la persona adeguata, anche se potrai vivere, durante il rapporto, qualche momento difficile o angoscioso, l’ esperienza psicoanalitica sarà vissuta come una delle più importanti e significative del tuo essere nel mondo. Un caro saluto Chiarimenti su uno strano comportamento
Gentile Dott. MisciaLe scrivo perchè vorrei dei chiarimenti, se possibile, in merito ad uno strano atteggiamento posto in essere da un ragazzo che ho frequentato circa un anno fa; userò nomi di fantasia.La storia risale al marzo 2015 quando ci siamo conosciuti, mi disse il suo nome Luca e mi disse che era un poliziotto, abitava a circa 50 km da me, dopo esserci scambiati il numero di cellulare iniziammo una conoscenza, che per i primi due mesi fu solo virtuale, ci sentivamo per messaggi, mi raccontò di lui,38 anni, separato e con una figlia ed una convivenza di 4 anni, finita poco tempo prima di conoscere me. Un giorno mentre messaggiavamo mi scrisse: “se ti dicessi che non sono quello che pensi che io sia” iniziai a preoccuparmi, gli chiesi di cosa stava parlando e lui continuò “se ti dicessi che non sono quello che pensi” e poi iniziò a dire che la foto che aveva su whatsapp (lui in divisa) in realtà non era lui ma suo fratello gemello di nome Marco, il fratello era poliziotto lui invece era disoccupato. La cosa mi lascio´ senza parole, quando gli chiesi il perchè utilizzava la foto del fratello lui diceva “che fa tanto siamo identici noi condividiamo tutto”; a quel punto non volevo più saperne ma appena sentì il mio distacco mi chiese scusa più volte, mi feci abbindolare e nonostante tutto rimanemmo in contatto. Ci rivedemmo dopo un pò di tempo e con un cenno di sorriso mi disse “comunque mi chiamo Marco e sono un poliziotto” gli chiesi di mostrarmi il distintivo e lo fece, poi disse che la storia del gemello disoccupato Luca era stata una semplice ragazzata come la definì lui, Luca non esisteva, non aveva fratelli gemelli. Chiarita la cosa iniziammo a vederci, entrambi ci piacevamo, ma tra noi c´erano sempre degli alti e bassi; di persona Marco era molto dolce e affetuoso, mi riempiva di complimenti,mentre su whatsapp spesso si mostrava distaccato, mi cercava poi a volte spariva e ignorava i miei messaggi e se rispondeva mi diceva che dovevo lasciarlo in pace. Cosi facevo solo che dopo qualche giorno lo ricontattavo chiedevo “sei ancora arrabbiato?” e lui rispondeva “no perchè dovrei esserlo” come se non fosse successo niente. In un´altra occasione Marco mi disse di nuovo di essere disoccupato, non era più poliziotto e mi confessò che soffriva di schizofrenia e aveva sdoppiamenti di personalità, mi disse che una volta al mese andava a visita in una clinica psichiatrica della zona; ancora una volta mi lasciò senza parole, l´ultima volta comunque che ci siamo visti risale a novembre 2015, tuttavia abbiamo continuato a sentirci fino a poco tempo fa, più volte mi aveva detto che voleva rivedermi, se gli chiedevo se si era fidanzato diceva “no ho smesso non fa per me”, ma mentiva, poco tempo fa curiosando su facebook vidi che aveva scritto di essersi impegnato, a quel punto mi ha detto che per me non ha mai avuto interesse non ero il suo tipo, cosa che però non ho creduto. Ora mi faccio mille domande mi chiedo se si è solo preso gioco o davvero il suo comportamento potrebbe essere riconducibile a qualche patologia, aggiungo che soffriva spesso di emicranie,aveva problemi di insonnia da quello che diceva e aveva come dei vuoti di memoria, di fatti una volta mi telefonò, cosa che non era solito fare, la cosa mi fece piacere al punto che appena ci rivedemmo glielo dissi e lui mi rispose: “perchè ti ho chiamato? e quando? cosa ci siamo detti?” era serio mentre lo diceva, non so se lo faceva apposta ma a che scopo? altra cosa mi diceva che non assumeva farmaci.