Carissimo dottor Miscia, LE scrivo per avere un suo parere riguardo uno strano disturbo che da circa tre mesi mi sta facendo vivere male. Sono una ragazza di 20 anni, sono sempre stata di mio un po’ ansiosa, anche perché sin dalla nascita ho avuto dei problemi fisici forse legati alla mia nascita prematura. I miei genitori sono sempre stati vicino a me, e grazie a loro oggi sto quasi del tutto bene, ho semplicemente bisogno di fisioterapia, però deambulo perfettamente, infatti chi non è del settore non si nemmeno accorge del mio problemino. Ho voluto fare questa premessa perché so che l’infanzia rappresenta un periodo molto importante per la vita dell’uomo. Sono sempre stata una ragazza che amava la vita, nonostante le piccole difficoltà che ognuno di noi incontra lungo il suo cammino, ero sempre sorridente e avevo tanti progetti per il mio futuro. Uso il passato perché da tre mesi qualcosa ha “sconvolto” la mia vita, un giorno iniziai a sentirmi distante e distaccata da me, è qualcosa di davvero difficile da spiegare, avevo una forte confusione mentale e non riuscivo a capire se quello che stavo vivendo era realtà o sogno. Inizialmente non detti molto peso alla cosa, i giorni passavano e le cose non miglioravano, mi sentivo “strana” come se avessi perso una parte di me, e senza quella parte non mi riconoscevo più, mi sentivo vuota. Preoccupata contattai subito uno psicologo e dopo qualche settimana non vedendo grossi miglioranti decisi di andare da uno psichiatra psicoterapeuta. Entrambe i dottori mi hanno detto che si tratta di “ansia da stress” forse dovuta ad un periodo carico di tensioni. Lo psichiatra ha deciso di aiutarmi prescrivendomi un semplice ansiolitico, perché secondo lui, una volta tenuta a bada l’ansia, queste brutte sensazioni sarebbero sparite automaticamente. Faccio la cura da due mesi, ho riscontrato un leggero miglioramento, ma nulla di più. Non sono più la ragazza solare di prima, durante il giorno cerco di distrarmi, ma nulla, il mio pensiero è sempre fisso sulla sensazione che provo di estraneità verso me stessa. Facendo svariate ricerche su internet ho ritrovato i miei sintomi tra quelli della “depersonalizzazione” e “derealizzazione”, ho letto che spesso l’organismo, quando vive in una circostanza che ritiene “pericolosa” si dissocia dalla mente, per proteggerla. Quindi io vorrei chiedere un suo parere, secondo LEI si tratta davvero di ansia da stress o questo mio problema rientra nei disturbi dissociativi? Cosa posso fare per migliorare questo mio stato e tornare come prima? Si può tornale al 100% come prima o sarò segnata da questo disturbo per tutta la vita? La ringrazio molto per l’attenzione prestata. A presto.
Cara signorina la diagnosi effettuata è corretta , si tratta di disturbo ansioso con correlati sentimenti di deopersonalizzazione e derealizzazione. Nessun problema dissociativo.Resta da capire la motivazione profonda che ha evidenziato questo quadro e questo potrà farlo con l’aiuto del suo psicoanalista che solleverà il velo dell’inconscio e disvelerà il rimosso rendendolo cosciente. Così potrà non solo tornare come prima ma, anzi attingere ad uno stato psichico più evoluto e consapevole. Consideri che, in casi come il suo , anche l’ipnositerapia unita alla psicoanalisi può dare ottimi risultati. I farmaci, invece, vanno usati solo per un breve periodo. La saluto cordialmente. Antonio