Salve Dottore, sono una ragazza di 26 anni che da 3 mesi soffre di attacchi di panico,almeno così mi è stato diagnosticato. NOn riesco a risolvere il mio problema perchè non riesco a trovare una medico di cui fidarmi. NOn sono di Prato, città in cui vivo, ma sono siciliana è questo il motivo per cui non conosco persone con cui posso stabilire un rapporto di fiducia. Avrei tanto da raccontare ma non voglio annoiarla. Le volevo soltanto dire che sono esausta e che non ce la faccio più. Ho fatto 6 sedute di psicoterapia ma non mi sono servite a niente. Infatti ho cambiato specialista. Oggi sarà la mia seconda seduta. Mi sono resa conto che senza un farmaco però non riuscirò mai a guarire e non fidandomi di uno psichiatra di prato ne ho fatto a meno. L´altro giorno esausta dopo un attaccco durato 3 ore, ho chiamato un mio conoscente medico siciliano di cui mi fido visto che mi conosce da quando era bambina, e lo stesso mi ha suggerito di prendere: GLICEROVALEROVIT, DAPAROX 20MG, ALPRAZOLAM. Volevo un suo parere visto che ho sentito parlare benissimo di lei prima di iniziar una cura che non so sove mi porterà, io sono giovane e non vorrei perdere di vista la mia vita così, restando dipendente ai farmaci o facendomi distruggere da una pasticca.. sono molto confusa. La prego mi dia un consiglio.
Gentile signorina,quando esiste in noi una problematica psichica, di qualunque genere, è importante cercare uno specialista del quale abbiamo fiducia, con il quale sentiamo di poter percorrere un cammino esplorativo che possa far luce sulle radici e sulle motivazioni inconsce che, seppellite nella nostra biografia nascosta, possano essere alla base delle sofferenze e dei disagi psichici di cui soffriamo.La tipologia e le caratteristiche di questo percorso devono essere concertate con lo psicoanalista che si prende cura di lei, inclusa la decisione di assumere, durante l´iter analitico,una terapia farmacologica.Essa stessa diventerà, infatti,fonte e materiale di analisi a livello simbolico e dovrà preferibilmente essere prescritta da un collega che, con il suo medico, è in stretto rapporto collaborativo, La saluto cordialmente e la invito a telefonarmi per qualunque chiarimento.