Buongiorno, mi chiamo consuelo e ho 29 anni.circa 20 mesifa ho iniziato ad accusare malesseri quali svenimenti , cefalee ,vertigini nausee formicolii agli arti mal di schiena gengive sanguinanti ecc ho iniziato a sottopormi ad un infinità di analisi che ovviamente sono risultate tutte negative dopo circa 3 mesi la diagnosi attacchi di panico + ansia somatizzata verso dicembre dic 2007 mi sono messa nella mani di una psichiatra che ni ha prescritto una cura farmacologica xanax e zoloft. in seguito ho cambiato professionista perchè non poteva seguirmi sulla parte psicoanalitica e sono andata in un centro specialistico all interno dell h di arezzo eho seguito un percorso di gruppo di auto aiuto poi sono partita per lavoro ma graduatamente sono stata meglio(proseguivo cura con zoloft1 da 100)dopo 9 mesi sono tornata acasa migliorata sicuramente sotto il profilo psicologico macon un aumento di 25 kg …nel frattempo avevo diminuito lo zoloft fino a 50 mg poi circa 1 settimana con mezza e interroto …bhe dopo15 ggsono iniziati a ricomparire i sintomi sono tornata al centroe mi hanno detto di riprendere subito lo zoloft ma io ho aspettato circa altri 5 gg , il tempo di farmi fare una visita specialistica dal primario della malattie infettive e oncologo ( la branca della medicina che temo di +) eco + un bel pò di analisi tutte negative ed anche lui a parlato di una recidiva..un pò mi sono rassicurata poi ho iniziato a pensareche fosse il caso di ripetere anche la tac cranio perchè nausee e cefalee non mi passsano( riprendo lo zoloft da circa 20gg)( inoltre in 2 mesi ho perso circa 10kg)secondo lei sono anche ipocondriaca o i miei timori potrebbero essere fondati e soprattutto cosa mi consiglia ?? grazie per la sua cortese attenzione
Certamente il fatto che ,nonostante la negatività degli esami, lei abbia ancora dubbi sulla eziopatogenesi dei sintomi orienta verso una conflittualità psichica che si presenta come angoscia di malattia, il che è anche comprovato dalla la positività di risposta allo Zoloft.Alla sua età vedo però come assolutamente necessario un percorso psicoanalitico o ipnoanalitico che possa mettere in luce le radici del disagio psichico. I farmaci,solo situazionalmente e in modo contingente, possono svolgere la loro funzione ed essere di qualche utilità, ma il contatto terapeutico resta di fondamentale importanza.