Gentile Dottore,mi chiamo Anna, ho 27 anni e ho molte difficoltà nell´identificare il tipo di problema che mi tormenta.In generale sono estremamente insicura e qualsiasi comportamento o azione che tengo mi porta in qualche modo a sottolineare davanti ai miei occhi una sostanziale inettitudine. Questa difficoltà mi porta a legarmi a persone in cui io vedo una maggiore sicurezza e padronanza rispetto a se stessi. Porto queste persone a nutrire in me quella fiducia che io non ho e una volta che anche in loro matura il senso di disagio che provo verso me stessa ovviamente si allontanano.E´ un modo di essere che non mi piace ma che non riesco da sola a correggere e ho una estrema necessità di sentirmi felice ed in pace con me stessa, senza maschere di sicurezza fittizia, cominciando con il capire che cosa voglio diventare nella mia vita. Il tempo biologico mi ticchetta nel cervello ed io mi sento di aver raccolto fino a questo momento solo un pugno di mosche perché tutto quello che ho fatto sento che non mi appartiene.Non riesco a trovare in me risposte, ho provato ad andare da una psicologa ma non ho ottenuto né risultati né benefici. Che cosa mi consiglia?Grazie per l´attenzione
Dalla sua lettera traspare una capacità adeguata a mettersi in relazione ai suoi contenuti psichici attraverso lo strumento linguistico nel focalizzare il suo problema concernente una adeguata valutazione di sé. Il problema può essere affrontato non legandosi a persone che lei valuta più attrezzate per quanto riguarda il bagaglio di sicurezza , ma affrontando un percorso psicodinamico di tipo psicoanalitico con un terapeuta di fiducia con la quale sollevare il velo di rimozione steso sul suo passato, elaborare le dinamiche transferenziali e ricostruire , attraverso un solida cooperazione, una struttura identitaria in cui le immagini interne vengano rese progressivamente più benevoli contribuendo ad un progressivo consolidamento del suo sé.