Buongiorno Dottore, mio figlio ha 23 anni lavora da due anni e mezzo in un supermercato cassa e scaffali. Il mese scorso è stato malissimo lo hanno mandato a casa dal lavoro perché diceva cose ai colleghi senza senso (” non sapete lavorare io sono il più bravo). C’è stato un episodio che lo ha fatto crollare, mio figlio aveva tanta fiducia e ammirazione per la sua responsabile che gli ha promesso che se avesse lavorato più ore e bene aveva possibilità di carriera. Lui si è impegnato tantissimo, per mesi, per raggiungere la posizione promessa ma ad un certo punto dal niente è arrivato un ragazzo nuovo che ha ricoperto la posizione promessa a lui(il nuovo dipendente è il fratello di un capo area). Ha perso la fiducia nei colleghi e in sé stesso a messo in discussione tutto. Il giorno che è stato mandato a casa ha chiamato me e mio marito piangendo dicendoci che c’era un complotto nei sui confronti che in metropolitana, i giornali e tutto ciò che vedeva in televisione parlava di lui. Chiedeva a me e a mio marito che cosa stesse succedendo se era impazzito o se veramente tutto ciò che sentiva e provava era vero. Ci siamo spaventati tantissimo. Mio figlio è sempre stato un ragazzo solare con pochi amici però, molto selettivo e fissato un po’ con il cibo la salute non beve non fuma non mangia carboidrati la sera. Non è riuscito a diplomarsi è arrivato fino al 5 anno poi ha lasciato. ha provato a fare un serale ma poi ha iniziato a lavorare e non è stato promosso agli esami. Si sente un fallito perché non ha un diploma dice che ormai è troppo tardi ma il lavoro al supermercato gli va stretto è molto intelligente legge tantissimo in questo periodo di assenza dal lavoro continua a disegnare a fare programmi per videogiochi e a fare espressioni di matematica…mah!! Lo abbiamo fatto visitare subito da uno psichiatra che gli ha dato da prendere 5 gocce di Serenase che non ha mai preso e lo ha rivisto solo un’altra volta dicendogli che è stato un episodio breve da stress da lavoro e deperimento (mangiava pochissimo e lavorava 8 ore al giorno sabato e domenica compresi) e di farsi rivedere solo se ne sentiva il bisogno ma per lui stava bene. Il rapporto con la sua ragazza è sempre stato molto libero se abbiamo tempo e voglia ci vediamo altrimenti no. Ultimamente non si vedevano più molto per il lavoro di lui e lei molto impegnata con lo studio sta prendendo la seconda laurea. Gli amici della sua ragazza, universitari come lei, a mio figlio non piacciono,non si sente all’altezza. E lui di amici non ne ha più, nessuno che lo chiama nessuno che lo cerca, perché lui non ha mai coltivato le amicizie e alla fine le persone si stancano dei suoi non posso uscire sono stanco ci vediamo un altra volta. Lui non riesce neanche a prendere la patente non perché non ce la faccia ma perché si rifiuta di studiare e di fare i test e non vuole fare l’esame (detto da lui non vuole dimostrare niente a nessuno e si fida sole delle sue gambe. Dopo la crisi per circa tre settimane sembrava fosse tornato tutto normale ha ricominciato a rivedere la sua ragazza (che nel periodo di crisi voleva lasciare dopo 8 anni), sorrideva, andava a fare footing poi di colpo ieri pomeriggio ha iniziato ad avere gli occhi lucidi e a dirmi che io avevo le risposte ma non gliele davo che capiva gli animali quello che volevamo che lui non sa cosa fare se riprendere gli studi o continuare quel lavoro che vuole sentirsi realizzato fare carriera ma non ci riesce insomma ha pianto per 2 ore…poi si è calmato. Io sono disperata non so cosa pensare se è solo una crisi esistenziale se è un problema di psicosi se deve prendere queste medicine…domani deve tornare al lavoro e non so come reagirà. Mi dia un consiglio su cosa fare grazie di cuore. Una mamma
Cara signora , da quello che lei scrive, sembra che non si tratti nè di un problema esistenziale, nè di un quadro psicotico, ma che il problema di suo figlio rientri nella sfera di un lieve disturbo di personalità , non entro di più nello specifico, perchè è materia per specialisti e perchè non ho un contatto diretto con il ragazzo.D’altra parte il mio collega , che lo ha visto, non ha avuto l’impressione di una compromissione psichica rilevante e gli ha consigliato una terapia molto modesta, quindi questo ci conforta.Comunque, al di là della diagnosi,se il ragazzo è disponibile e sente l’esigenza di una stabilità psichica più soddisfacente è opportuno dargli la possibilità di entrare in contatto con uno psicoanalista che effettui un lavoro sul suo inconscio. Da parte sua cerchi di accoglierlo in ogni sua manifestazione e di ascoltarlo a lungo senza emettere critiche o dare giudizi.La saluto cordialmente