Egregio Dottore, ho trovato il suo sito on line e mi permetto di chiederle un parere, se possibile.Si tratta di mio fratello, 51 anni, in cura da quando ho memoria. Fra pochissimi “alti” e molti “bassi”, fino ad adesso abbiamo tamponato la situazione con il “paracadute” di una famiglia molto presente ed affettuosa che gli ha levato ogni genere di castagna dal fuoco, che lo ha supportato e gli ha permesso di fare le bizze come ha voluto. Adesso che i miei sono molto anziani e malati e che la questione sta passando a me, sono molto preoccupata. La condizione di mio fratello è oggettivamente peggiorata negli anni, con l´età adulta: non è in grado di assumersi alcuna responsabilità, in nessun campo, ha smesso tutte le attività che lo distraevano e gli davano piacere (lingue straniere, volontariato, ..), è sempre rabbioso, sempre rancoroso, sempre in preda a ruminazioni… Costantemente. Non ce la facciamo più. Il suo egoismo, la sua ingratitudine nei confronti di una famiglia completamente abnegata ai suoi capricci, è sintomo del suo malessere, lo so, ma ci sta davvero mettendo in ginocchio.Aveva fino a poco tempo fa (MIRACOLOSAMENTE: so meglio di chiunque altro al mondo che convivere con lui è impossibile) una compagna e la cosa, come ampiamente prevedibile, è finita in malo modo.Adesso, ai problemi di cui accenno sopra, si somma la di lui TOTALE solitudine e incapacità di stare sereno con se stesso anche solo mezz´ora.Deve telefonare a qualcuno, infastidire tutti i conoscenti, cercare una donna, purchè sia, avvicinando ogni sorta di rifiuto sociale, gettando via un bel po´ di soldi in agenzie matrimoniali più o meno truffaldine…Mio fratello cambia psichiatri in continuazione (come cambia idea su TUTTO, senza motivo apparente e repentinamente e quel che è grave, coinvolgendo nei suoi cambiamenti di opinione noi familiari, facendo cambiare anche a noi programmi e prospettive…) ed è scettico sulla psicoterapia. Io credo che invece parlarne con qualcuno competente non gli farebbe male (i consigli che gli dò io, 24 ore al giorno, sono cestinati con la stessa leggerezza con cui vengono continuamente richiesti, sempre uguali a se stessi…..)L´ultima diagnosi che gli è stata fatta è stata DAG, io credo invece nella mia ignoranza in materia che ci siano tutti i tratti del Disturbo borderline di personalità.Anche io non mi riconosco più: ero così allegra, positiva, felice di piccole cose (provavo gioia infinita nel prendere un caffè in solitaria la mattina presto, nel vedere una giornata di primavera..), adesso non dormo più, penso costantemente a questo problema, non ho più piacere nel fare nulla, sono assente e distratta… Io stessa mi meravigliavo di quanta “scorta” di positività avessi, per essere sempre gioiosa e spensierata, nonostante i bombardamenti di negatività cui mi sottopone da decenni mio fratello più e più e più volte al giorno…infatti è da qualche tempo che questa “scorta” la percepisco terminata, e non vivo più..se poi penso al futuro, prossimo e remoto, mi verrebbe davvero da scappare lontano. Ho una bimba piccola, ha diritto ad una mamma serena…Non so in realtà se lui voglia guarire: mio fratello a tratti dà l´impressione che “si crogioli” nel suo malessere, nel senso che, pur soffrendo lui per primo (e veramente, e profondamente: l´ho visto spesso prostrato in modo tale che mi ha sconvolta, intenerita, annientata…), tutto sommato, probabilmente inconsciamente, sa bene che questo suo malessere è “alibi” perchè tutto gli sia dovuto, perchè tutti siano a sua disposizione 24h/24, perchè gli venga data ragione sempre e comunque, perchè vengano assecondati i suoi CONTINUI e repentini cambi di opinione su tutto e su tutti, ecc ecc… Quanto ipotizzo sopra, unito alla sua ansia, rancore, diffidenza, “arroganza”, fa si che ormai vedo molto difficile che si affidi con un po´ di fiducia ad un terapeuta per intraprendere un percorso articolato (e sicuramente relativamente lungo) di introspezione, di scardinamento graduale del suo modo di pensare, di rimessa in discussione del suo meccanismo di ruminazione CONTINUA, ormai incancrenito… Non so veramente cosa poter fare per aiutarlo, anche perchè ho visto che essere a sua completa disposizione con pazienza infinita 24h/24, non basta e non serve….anzi, sta facendo ammalare anche me.Inutile constatare che lui ha OGGETTIVAMENTE una vita piana, pacata, serena, senza scossoni di sorta: un lavoro molto, molto più che tranquillo, nessuna preoccupazione economica, genitori ancora vivi e lucidi, ancorchè molto anziani, una famiglia a sua completa disposizione, una routine senza nessunissimo imprevisto (non ha neppure l´incombenza di pagarsi una bolletta o farsi una lavatrice: ora che è tronato a vivere con i miei, è la mia mamma, poverina, che lo serve in tutto e per tutto…per inciso: non ho più nemmeno la libertà di andare a trovare liberamente i miei, da quando lui è tornato con loro, perché mi butta troppo giù vederlo debosciato, solo, cupo….e ancor più non voglio che la mia bimba veda questo…e così non la porto più dai nonni…mio fratello condiziona una famiglia intera, in tutto…), e potrei continuare… Tutto inutile: lui rimugina, rimugina continuamente, sta male per situazioni assolutamente banali che non dovrebbe quasi notare; vede affronti, provocazioni, nemici ovunque. Se un giorno non accade nulla che gli dia fastidio, va a riesumare episodi vecchi di decenni e rimugina su quelli, oppure, se tutto manca, tira fuori il suo “jolly”: il lavoro infame, popolato da infami (mi creda: NON – E´ – COSI´: come dico sopra ha un lavoro che definire sereno è un eufemismo e dei colleghi mediamente molto più che comprensivi). (d´altronde il lavoro è l´unico suo “contatto” con il mondo esterno: tutti gli amici ed i conoscenti che negli anni ha avuto si son persi ovviamente per strada….i colleghi sono l´unica finestra che gli è rimasta, e quelli soltanto possono essere i “cattivi”, adesso..)Questo – la rabbia quotidiana per i colleghi – era il problema principe fino a che non è rimasto single: adesso vaga per la città da solo, senza meta, incapace di coltivare un hobby, un passatempo, incapace di stare sereno a leggere un libro mezz´ora….vorrebbe, e subito, una fidanzata “impacchettata”, confezionata su misura, disposta (senza nulla in cambio, se non la sua persona) ad ascoltarlo a vita mentre lui impone, ad ore intere, gli argomenti che meglio crede, senza spazio per l´interlocutore.Fa male vederlo così: è un bravo ragazzo, totalmente incapace di fare del male, attentissimo a non ferire il prossimo, sensibilissimo, gentile, educato….e forse è proprio tutto ciò lo ha alienato da tutti…Ahinoi, prima o poi dovremo affrontare dei lutti, come è nella natura delle cose… Ed io sto già male da adesso a pensare a come faremo ad uscirne, visto che già adesso lui non si dà e non mi dà pace…. Adesso che potremmo essere relativamente tranquilli…. Come mi muovo? Cosa posso fare? Mi sento impotente, spalle al muro, schiacciata da qualcosa di ingestibile. Mi allontano un po´ (dovrei mettere dei “paletti” alle sue continue – anche 20-30 al giorno – telefonate, mails, sfoghi, richieste di pareri sempre uguali, come sorte di mantra, richieste di disbrigo di pratiche anche banali per suo conto…), mettendomi in salvo, anche e soprattutto per il bene della mia bambina, cui sto proponendo un modello di mamma cupa, preoccupata, in costante allarme? E come gestisco i miei sensi di colpa – verso di lui, verso i miei genitori cui ricadrebbe in esclusiva questa situazione – una volta eventualmente riuscissi ad allontanarmi un po´?Avrei bisogno di un parere su come fare per sopravvivere a questa situazione nonostante i sensi di colpa, la pena per mio fratello ed i miei genitori e l´intollerabile sensazione di impotenza che tutto questo mi dà ….possibilmente riacquistando la mia positività, gioia di vivere, cura per me stessa…Sento il venir meno delle mie forze mentali, dopo anni trascorsi a subire bombardamenti di negatività quotidiani, dopo anni vissuti in costante allarme, nella speranza che il tono della ennesima telefonata in arrivo non fosse tragico, dopo anni di illusioni che qualcosa potesse cambiare….Non posso permettermi di ammalarmi, ma non riesco ad abbandonare mio fratello (la persona al mondo a cui tengo di più…si, è un amore paragonabile a quello per la mia bambina) ed i miei genitori (i quali per primi mi suggeriscono di vivere la mia vita e di non dedicare tutte le mie energie a lui…)….al contempo riconosco la totale inutilità del mio “sacrificio”, specie nei momenti più bui: non mi ascolta (ma PRETENDE pareri con-ti-nui), non c’è interazione. Quando sta un po’ meglio, invece, sembra prestare più attenzione ai miei suggerimenti, al mio cercare di “tirarlo su di morale”, sembra apprezzare un po’ di più la mia presenza….Che devo fare, come mi comporto, per il bene di tutti?Mi rendo conto che ultimamente ho preso questa situazione quasi come un incarico totalizzante: sono inconcludente sul lavoro, distratta sul mio aspetto (io che ero così maniacale sull´estetica), irascibile col mio compagno (cui cerco di far sapere il meno possibile di questa situazione), disinteressata a qualsiasi incombenza familiare, anche piacevole, come programmare delle ferie o simili…perché 24h su 24 cerco di alleviare la sua sofferenza, adesso ho ad esempio le “antenne dritte” cercando una possibile donna per lui…solo questo adesso sembra per me avere un senso, catalizzare la mia attenzione..Se non mi contatta per un´ora di fila, mi preoccupo e penso a cosa può star combinando, quando vice versa vedo il suo nome sul display del telefonino, vengo colta da palpitazioni….Ancora credo ci sia speranza, per me: appena sento un barlume di positività nel suo tono di voce, amo il mondo, ho voglia di cantare, di contattare mio marito e dirgli cose carine; vice versa, vorrei solo nascondermi sotto una cappa nera quando lo sento con quel tono ruminante, cupo, solo, totalmente, disperatamente solo….Chiedo aiuto.Non posso permettermi di ammalarmi.Scusi la prolissità, dottore (come può immaginare, potrei scrivere un romanzo, su questa situazione).Lei ravvisa ci possa essere una terapia di supporto per me, per “rafforzarmi”, per orientarmi fra necessario aiuto ad una persona cara e diritto ad una vita serena, per riuscire a mettere qualche paletto riuscendo però a mettere a tacere i sensi di colpa, per prepararmi all´inevitabile dipartita dei miei genitori attutendo, oltre al naturale devastante dolore (non riesco neppure a pensarci, a quel momento), anche la botta assai poco gestibile che ciò avrebbe come ricaduta su mio fratello….La ringrazio infinitamente per avermi letta fin qui.C, Firenze