Caro dottor MISCIA, scusi il continuo disturbo che le reco con le mie lettere.. sono la ragazza di 20 anni che le ha scritto tempo fa due lettere nel suo sito personale . Prima di tutto mi scuso davvero per queste lettera che le sto scrivendo, non vorrei per nulla al mondo disturbarla con i miei problemi.. però non so per quale motivo lei è l’unica persona che attraverso le sue parole riesce a tranquillizzarmi, dalle sue risposte mi sento capita, non mi sento sola.. Purtroppo sto soffrendo ancora di depersonalizzazione, mentre la derealizzazione lentamente sta andando via..Volevo chiederle se in questo stato di depersonalizzazione e’ normale sentirsi diversi dal passato, cioè mi spiego meglio, se penso ad un qualsiasi aneddoto del mio passato, in quel ricordo mi vedo diversa, mi percepisco diversa, come se non fossi io (anche se so benissimo di essere io). e spesso mi chiedo ‘ma questo ricordo l’ho vissuto davvero o solo immaginato? in questi 3 mesi, da quando soffro di questo ‘disturbo’ mi sento una persona nuova, cambiata, non mi riconosco nella figura di me che ho nella mia mente.. mi sento smarrita, come se mi fossi persa, ho perso la vera ‘me’, mi cerco, ma non mi trovo.. spesso mi pongo delle domande del tipo ‘chi sono?’, ‘sono davvero io?, se sono io allora perché non mi riconosco più? ho davvero paura di non trovare la strada del ritorno, ho paura di non trovarmi più.. sinceramente spesso mi chiedo ‘ ma sta davvero succedendo a me questo?’ non ci posso credere! spesso infatti non realizzo che questo problema è reale e purtroppo mi sta sconvolgendo la vita.. secondo lei devo preoccuparmi? ho davvero paura di ciò che mi sta succedendo.. perché è stato un fulmine a ciel sereno.. vorrei tanto poterla incontrare, io abito nel sud Italia, ma per studi mi sono trasferita a Milano.. adesso purtroppo sono ritornata a casa perché almeno non sola ad affrontare questo problema, e poi quando sono con la mia famiglia queste sensazioni un pó diminuiscono, perchè cerco di distrarmi e poi perchè penso ‘se loro sono sempre loro, allora anche io sono sempre io, quella di sempre’, anche se purtroppo non mi sento piu io..però presto tornerò a Milano (anche se ho un pó paura di tornare in quanto questo problema è sorto proprio il giorno in cui ero rientrata a Milano per il nuovo anno accademico), come le ho detto nella prima lettera sono seguita da uno psichiatra e da una psicologa psicoterapista cognitivo comportamentale.. volevo chiederle com’è possibile che facendo una cura farmacologica per l’ansia questa sensazione di depersonalizzazione che da quanto ho capito scaturisce dall’ansia non va via.. per ultimo volevo chiederle se per escludere problemi di tipo organico sarebbe opportuno fare qualche accertamento specifico come un elettroencefalogramma o una risonanza magnetica.. chiedo il parere su degli esami medici più approfonditi non perché mi voglio fasciare la testa prima del tempo, ma perché qualche settimana prima del fatidico giorno in cui è comparsa la depersonalizzazione e derealizzazione ho sofferto di forte nausea, specialmente prima di coricarmi la sera, conati di vomito,giramenti di testa, confusione mentale con sensazione di ‘testa fra le nuvole’, spossatezza generale ed il medico curante mi ha prescritto una terapia per il sistema vestibolare, una cura che ho fatto per una settimana con un buon risultato prima del giorno in cui mi è comparsa la depersonalizzazione.. adesso che le ho spiegato bene la situazione per filo e per segno secondo lei si può sempre parlare di problema legato all’ansia o è un quadro più complesso? ringrazio per l’attenzione prestatami.. grazie di cuore.. Aspetto una sua risposta, sarà sicuramente esaustiva anche se conosco benissimo i limiti di un consulto via email o lettera che sia..mi scusi ancora, tantissimi complimenti per la completa dedizione con cui svolge il suo lavoro, le auguro una buona giornata!alla ricerca di me!
Cara ragazza, con tutti i limiti di un contatto via mail, posso dirle che la sensazione di depersonalizzazione rappresenta spesso una problematica rimossa che non è strettamente collegata all’ansia nel senso che questa ultima debba esservi necessariamente associata. Le sono grato della fiducia ma credo che certe risposte possano soprattutto essere reperite dalla specialista con cui ha un contatto diretto. Avete analizzato a fondo il transfert e sono comparsi gli elementi aggressivi che la portano a rivolgersi con fiducia ad una persona distante invece di essere gestiti nell’ambito del rapporto? Inoltre lei effettua una terapia psichiatrica e andrebbe anche analizzato l’impatto che ha sulla sua psiche il rapporto con i due specialisti e i relativi transfert incrociati. E’ questa la tematica che va presa in considerazione invece di affidarsi ad etichette nosografiche che hanno un senso relativo. Se vuole , nel suo trasferimento dal sud a Milano, venga a trovarmi e sarò lieto di avere un contatto diretto con lei per chiarirle meglio certe situazioni e per dare a me la possibilità di comprendere il quadro in modo esaustivo. Un caro saluto. Antonio