Gentile dottore, sono una donna di 32 anni e ho perso la gioia di vivere. Nella mia vita non c’è niente che mi soddisfi, ho un lavoro che odio, ripetitivo e faticoso, che faccio perché nonostante la laurea non trovo nient’altro, mi è rimasta solo un’amica che stranamente mi sopporta nonostante il mio umore e la mia vita sentimentale è inesistente, come lo è stata in tutta la mia vita in quanto ho sempre provato sentimenti senza essere ricambiata. Io so che la fortuna esiste fino a un certo punto, ma se sono 30 anni che la mia vita è un disastro sono sicuramente io. E questo mi butta ancora più giù perché non credo più che un domani andrà meglio. Io so di non essere perfetta, ho un brutto carattere, ma non credo di meritare una vita di solitudine. Il mondo è pieno di persone come me. Eppure tutti trovano una loro dimensione, perché io no? Potrei a 30 anni cambiare la mia personalità,evidentemente orrenda o profondamente danneggiata, in una personalità che sia degna di felicità? Oppure conviene solo curare i sintomi con gli psicofarmaci? Il fatto di essere deprimente è per me una fonte di dispiacere ancora più grande del fatto di soffrire io stessa.Mi sento male e in colpa verso la mia famiglia per la mia infelicità.
Salve credo proprio che lei non debba sentirsi in colpa per la sua depressione verso la famiglia in quanto è là che la depressione si è creata, dal momento che lei non è nata depressa.I vissuti sviluppatisi nell’ ambiente familiare hanno creato un blocco della sua aggressività, una carenza di autostima ed una sensazione di disvalore. E’ necessario disseppellire nel suo inconscio cause conflitti e motivazioni risalenti ai primi 3 anni di vita con uno specialista di fiducia. La saluto cordialmente