Già diverse persone hanno discusso dell’ argomento:
http://www.medicitalia.it/consulti/archivio/70510-crisi_di_ansia_o_depr
http://www.medicitalia.it/consulti/archivio/343348-depressione_crisi_es
http://www.medicitalia.it/consulti/archivio/232317-depressione_angoscia
Minimo comune denominatore l’ origine della crisi: Paura della morte e presa di coscienza della relatività e dell’ ineluttabilità di tutto, o come il primo utente dice, della precarietà di tutto. E’ strano descriverlo, ho scritto su diversi forum e a diversi specialisti, ed ora mi affido a voi.
Da qualche giorno, come un fulmine a ciel sereno, scopro la relatività di ogni cosa. La definisco depressione esistenziale, nulla ha un significato, sono apatico e non provo emozioni, se non quella del profondo senso di vuoto, nell’ animo, ma di pieno, anche troppo, nella mente. E’ come se mi stesse per esplodere, neanche quando studiavo la sentivo lavorare così tanto, la mia mente, nella zona laterale e delle tempie, principalmente. Ho perso, così, quasi d’ improvviso l’ interesse in qualsiasi cosa, il sistema mi sembra un illusione posta in essere solo per nascondere la triste verità che nulla ha uno scopo, se non quello che gli vogliamo dare, ma la stessa consapevolezza di questo mi rende impossibile farlo. Leggo Giulio Cesare Giacobbe e la psicologia evolutiva, cerco di trovare una soluzione a questo stato di incapacità di essere sereno e spensierato, definendola nevrosi infantile. Effettivamente crescere mi fa paura, più di tutte invecchiare e morire. La mia psicologa mi vedrà lunedì e discuterò della cosa anche con il mio psichiatra, magari per rivedere la cura di Citalopram iniziata per attacchi di panico. La cosa che più mi spaventa è che tutto nasce dal mio pensiero, dalla mia coscienza, dal frutto di una riflessione personale, e che ho paura di interiorizzare ed essere destinato ad una vita infelice. Ho una mamma adorabile, che mi ama, un fratello col quale vado d’ accordo, mio padre è morto quando avevo 8-9 anni, e mi piacerebbe credere disperatamente che tutto dipenda da questo, credere al buon freud e mollare quei filosofi che sostengono che tutto sia una presa di coscienza, da un’ illuminazione… Che poi, ne sono a mio modo sempre stato consapevole, ma non mi ha mai invalidato in questo modo. Voglio uscirne, ma allo stesso tempo mi sembra qualcosa di impossibile, perché la natura del mio male è la mia natura stessa, il mio pensiero. Ho letto su questo sito della TEC o elettroshock, cosa che sto valutando molto, della quale discuterò appunto con il mio psichiatra. Ho avuto pensieri di morte, che però fortunatamente credo mi spaventino e sono controllati dall’ Es.
Gentile Dr. Miscia, può suggerirmi quale strada percorrere per ritrovare il benessere che tanto mi manca?
Salve la nosografia di Depressione esistenziale o Angoscia esistenziale è molto sfumata perchè confina con il cosiddetto “male di vivere” che connota il nostro percorso esistenziale. Esso è dovuto al conflitto tra il nostro desiderio onnipotente che aspira alla immortalità e alla consapevolezza depressiva del nostro progressivo deterioramento psicofisico a cui assistiamo ogni giorno. Per questo sono nate le religioni che appunto fanno leva sulla nostra aspirazione alla vita eterna, iscrivendo il dolore in un percorso espiativo dandogli così un senso ed una sopportabilità. Ma chi non ha una fede non può darsela, e allora credo che il carpe diem e il vivere l’hic et nunc sia l’unica filosofia proponibile per il laico e capace di controllare l’ansia connessa alla finitezza . Credo che compenetrare profondamente il presente sia attuabile attraverso la trance ipnotica meditativa che colloca la mente in uno stato theta, estatico, permettendoci di scinderci in una parte che osserva, un’altra che sperimenta e dandoci anche quel distacco dalle cose del mondo che ci fa soffrire.Immagino che lei , attraverso il sondaggio del suo inconscio, abbia acquisito una profonda consapevolezza di sè, perche anche la conoscenza è un antidoto importante per dare spessore e significato al nostro esistere.Quindi non pensi ad altre forme terapeutiche anche se il poter contare sull’aiuto o appoggio di persone che si occupano di lei può darle un conforto importante. La saluto cordialmente. Antonio