Caro dottore,in pratica da sempre ho avuto gravissimi problemi per quanto riguarda l’alimentazione e, ancor più grave, non ho mai avuto sane relazioni sociali. Sono stato da diversi dottori, ma tutti quanti sono stati inutili: lo psichiatra mi ha dato dei farmaci che mi hanno fatto passare l’anno più brutto della mia vita (l’anno scorso) e gli effetti di tali esperienze si vedono ancora adesso dopo tanti mesi.“Dottore ho questi problemi.” “Bene, tieni questi farmaci.”Questo è un approccio distruttivo perché non va alla radice del problema e anche perché il medico ignorava quando riferivo malesseri che prima, senza farmaci, erano assenti. Sono anche stato da uno psicologo che tutti dicevano che era molto in gamba, ma non faceva altro che parlare, mi faceva stare bene qualche ora, ma quando tornavo da lui dopo una settimana ero più depresso di prima. Praticamente non prendeva provvedimenti, parlava, parlava, ma non agiva per nulla. Mi diceva che dovevo sforzarmi a combattere le mie paure, ma io ho capito che senza gli strumenti (gli amici giusti in questo caso) mi era impossibile combattere da solo contro la mia mente malata.Soffro di fobia sociale, di depressione, ho spesso attacchi di rabbia fortissimi, il cibo mi fa puzza e mangio solo un numero estremamente limitato di alimenti, non ho avuto relazioni sessuali con una donna ma spesso nella masturbazione ho fantasie di tipo feticiste o comunque non comuni. Ho anche fantasie “più concettuali” (senza sesso) in cui mi rendo conto che soffro molto per non avere relazioni sociali soprattutto con le ragazze. Da cosa dipende tutto questo: quando ero molto piccolo è successa una cosa che ha distrutto piano piano la mia vita col passare del tempo. Non so per quale motivo ma quando avevo solo quattro (4) anni ho“giocato” con mio cugino. Questa cosa, purtroppo, con mio grande sconcerto, è andata avanti nel tempo ed ha avuto conseguenze nefaste per la mia salute.Mi sento praticamente ucciso, mi sento morto, perché io sono intelligente e sono un bel ragazzo, ma per un errore del cazzo che è successo tantissimo tempo fa la mia vita è finita ancor prima di iniziare. Piango molto e spesso, mi sento incompreso, mi sento ormai senza speranza. Cerco di consolarmi con lo studio, che riesce un po’ ad anestetizzare le mie sofferenze. Sono molto empatico e sensibile: il dolore degli altri lo percepisco come se fosse il mio. Ma al contrario la gioia degli altri mi fa stare comunque male perché mi fa sentire geloso. Come la vuole mettere e mettere, soffro comunque come può aver letto.Sono arrabbiato perché i miei cugini con i quali ho condiviso questa esperienza orribile stanno entrambi bene e si sentono felici: uno è anche fidanzato, l’altro invece è stupido, crede di aver successo nella vita quando invece è solo un fallito.Adesso vengo alla conclusione: personalmente sono molto affascinato dalla psicologia e dalla psichiatria. Se non fosse per altri interessi più forti credo che non mi dispiacerebbe affatto studiare psicologia o medicina. Ho cercato tantissimo su internet per scoprire ciò che i medici non hanno capito. Io credo di soffrire di nevrosi. Mi hanno detto su internet che la nevrosi è in qualche modo una condizione che abbiamo tutti quanti (in pratica tutti siamo nevrotici), ma io qui sto parlando di un gran numero di problemi portati agli estremi. Se ho capito bene che cos’è questa nevrosi, i sintomi corrispondono e corrisponde anche il fatto che, come ho detto tempo fa al mio dottore,“mi sento un insieme, un accumulo di malattie terribili che si trovano tutte nella mia mente”.Spiegherebbe le fobie, le fantasticazioni, la causa di tutto questo. Tutto corrisponde tranne il disturbo col cibo che credo sia comunque collegato al trauma.
Lei, che tipo di professionista mi consiglierebbe? Psichiatra, psicologo o altro? Come posso uscire da questa situazione ed iniziare per la prima volta nella mia vita a provare emozioni sane e normali? Come posso guarire?
Salve il percorso più idoneo per affrontare i suoi disagi psichici è quello di effettuare un profondo lavoro psicoterapeutico psicoanalitico unito ad ipnositerapia meditativa e regressiva. Nel suo caso i farmaci non sembrano necessari quanto lo è invece una approfondita conoscenza di sè. Il lavoro psicoanalitico ipnositerapeutico dovrebbe iniziare quanto prima e, dalle sue righem emerge una personalità brillante e introspettiva che fanno sperare in una evoluzione favorevole del quadro anche se solo un contatto diretto potrebbe permettere una visione più completa dell’insieme. Un caro saluto. Antonio