Buonasera, sono una ragazza di 31 anni,piena di amicizie e interessi, ma non sono mai riuscita ad avere una relazione serena e duratura con un uomo. Ogni volta che ho una conoscenza con un uomo si ripete il solito copione: all’inizio tutto va alla perfezione per circa sei mesi, viviamo mesi intensi di felicità con anche progetti per il futuro, poi con il tempo io divento sempre più aggressiva e ostile fino a fare delle tremende scenate sempre più riavvicinate in cui io perdo totalmente la razionalità e solo a distanza di tempo riesco a riconoscere che sono dovute a futili motivi, mentre al momento della discussione sono fermamente convinta delle motivazioni che mi spingono a urli, insulti e minacce di allontanarmi e di lasciarli. Diventa insopportabile per me la critica, qualsiasi disattenzione, distrazione le interpreto come un affronto, al contempo divento dipendente quasi completamente dalle loro opinioni. A volte sono così sospettosa e gelosa da immaginare tradimenti e mancanze e esserne poi quasi certa. Alla fine è come se tentassi di distruggere la relazione per poi stare malissimo con periodi anche di depressione quando viene posto fine a questi rapporti mio malgrado. Io attribuisco questo atteggiamento al difficile e litigiosissimo rapporto con mia madre, da sempre anaffettiva e nella mia infanzia poco presente, in quanto io sono dipendente e la cerco continuamente fino a quando non mi fidanzo, poiché a quel punto mi allontano da lei e smetto quasi completamente di vederla e sentirla, per poi tornare a riavere il solito rapporto con lei quando di nuovo vengo lasciata. Sono consapevole di essere l’autrice di questo disastro, ma è molto più forte di me. Sono arrivata a pensare che non sono in grado di giudicare le situazioni e di avere un disturbo nell’interpretazione della realtà quando faccio queste scenate. Si può chiamare psicosi? In passato mi era stata fatta una diagnosi di tratti di disturbo di personalità non meglio specificato a cui non era seguita nessuna terapia. Cosa pensa che dovrei fare? Ci sono delle psicoterapie adatte?
Salve , non si tratta di psicosi ma di disturbo di personalità dipendente. A livello psicodinamico, nella fase iniziale, il ragazzo viene idealizzato, idealizzazione che copre l’ostilità sottostante, la quale , ben presto, tende ad emergere. Inoltre il rapporto con l’uomo le conferisce la possibilità di coltivare idee di autonomia ed emancipazione da sua madre che sono invece fittizie. Una buona analisi del profondo con un analista di fiducia potrà davvero renderla indipendente, insensibile al giudizio e alla critica e permetterle di coltivare una autostima profonda ed una solida identità. Un cordiale saluto. Antonio