Caro dottore,le scrivo perché credo di essere nei guai, anche se me ne sono reso conto solo da poco. I miei problemi non sono in famiglia, anche se mia moglie si è a volte lamentata della mia gelosia e possessività nei suoi confronti ; anche il mio lavoro è abbastanza soddisfacente, con alti e bassi come tutte le attività. Arrivato alla soglia dei 40 anni ho scoperto di essere un alcolista!Avevo già da qualche tempo disturbi digestivi tipo stomaco gonfio, lingua impastata, dolore alle gambe a cui non avevo dato un gran peso. Il mio medico, che è anche amico di famiglia, mi aveva detto di farmi qualche esame una volta che ci eravamo visti ad una festa, forse aveva visto qualcosa di strano nel mio aspetto. Gli esami del fegato erano tutti sballati, gli enzimi erano alle stelle e quel famoso dolore alle gambe si era rivelata una polinevrite in piena regola! Il medico mi ha chiesto quanto bevevo durante la giornata.” Un litro di vino, un paio di grappini, qualche birra”( feste a parte dove effettivamente mi rendevo conto di esagerare, anche se non mi sono mai ubriacato)”.Il tuo fegato non li regge, si è riempito di grasso, guarda dove ti arriva” mi disse palpandomi l’addome all’altezza della cintura. Mi ha imposto una dieta libera ma analcolica, raccomandandomi che la cessazione dell’alcool avvenisse progressivamente e mi ha prescritto dei sedativi e un complesso polivitaminico del gruppo. B. E’ difficile spiegare a parole quello che ho patito nei giorni seguenti, non dormivo più, ero irritabile a bestia, depresso, al mattino mi venivano tremori, nausee, sudorazioni, ansie, ho dovuto interrompere anche l’attività lavorativa perchè avevo anche uno stato di confusione fastidioso. Dopo una quindicina di giorni infernali il tutto si è attenuato ma mi sono trovato francamente depresso. Ora volevo chiederle dei chiarimenti su quanto mi è capitato e se l’attuale stato è una conseguenza dell’alcool oppure se sono così proprio di carattere.La saluto anticipatamente.D.T.
E´ opportuno procedere per gradi. Il tipo di alcolismo da lei descritto rientra probabilmente nella varietà gamma di Jellinek. Credo che in lei non vi sia stata una consapevolezza chiara della sua dipendenza dall’alcool, il cui uso le ha già creato problemi epatici e neurologici. La schiavitù nei confronti dell’alcool è molto spesso dissimulata ,nel maschio, dalla ampia tolleranza sociale nei confronti di questa bevanda, per cui non è facile accorgersi di come un uso quotidiano, spesso abbondante, come nel suo caso, possa nascondere disagi psicologici di tipo vario, ansioso ,fobico, depressivo.Credo che la terapia instaurata e l’astinenza dal potus possano far regredire progressivamente i problemi fisici da lei accusati e che il quadro depressivo con cui si sta confrontando sia dovuto alla slatentizzazione del problema, finora mascherato dall’etilismo. Quindi si tratta di affrontare la problematica depressiva, preferibilmente con un trattamento psicanalitico di durata adeguata, ovviamente in presenza di una sua disponibilità a sondare la profondità del suo essere.