Gentile Dottore,
Ho 27 anni e ho cominciato a soffrire di DOC all’incirca verso i 9. Non sapendo di cosa si trattasse fino ai 13 – quando convinsi i miei a visitare un medico – ho vissuto in una specie di prigione per lungo tempo. devo dire che sfortunatamente non sono state le terapie ad alleviare il disturbo. Le scrivo questo perchè oggi sento un ritorno di quella situazione, ma su una scala diversa. negli ultimi anni ho vissuto delle situazioni piuttosto traumatiche e dopo aver abitato lontana da casa per diversi anni, ho preso la decisione di ritornarci, convinta di ripartire di lì a poco (purtroppo ci sono rimasta due anni). Durante questo periodo ho cominciato a percepire un senso di “contaminazione metafisica” (prendo la definizione in prestito da wikipedia, perchè solo ora, leggendo ciò riesco a dare un nome a ciò che sento) che attribuivo inizialmente alla eccessiva sensibilità che mi ha sempre, nel bene e nel male, caratterizzata.specialmente mi capitava entrando in contatto con mia madre (che vive nella stessa casa), ma presto, con quasi tutte le persone del posto.finalmente ho trovato l occasione giusta per espatriare di nuovo e sto facendo delle cose che mi piacciono particolarmente. Il cambiamento però è stato più duro del previsto e ho affrontato diverse situazioni di forte stress, che mi hanno stesa anche fisicamente. In più quel sentimento di “contaminazione” invece di affievolirsi si è aggravato, e a volte perdo anche dei giorni nel cercare di liberarmene (non parliamo dell’impatto sull’aspetto sociale/lavorativo che ciò comporta). Mi sa dire dottore quanto questo è grave e soprattutto che cosa significa? Ciò che non mi è chiaro è che mentre con il doc classico al di là dell’ansia legata alla ritualità e al senso di oppressione della cosa non lasciava “strascichi”, qui, il senso di contaminazione è, per quanto possa essere difficile da spiegare, davvero tangibile.La ringrazio per l’ attenzione, e per il generoso servizio che offre tramite questo sito
Gentile signorina, nel caso di contaminazione metafisica. l’angoscia persecutoria, invece di essere canalizzata su oggetti reali, cerca di essere allontanata e proiettata su oggetti aventi forte valenza simbolica. Purtroppo, in questi casi, il meccanismo di difesa non attenua l’angoscia perché mentre, spesso, una situazione reale può più facilmente essere tenuta relativamente sotto controllo,anche se in modo compulsivo, la metafora parassitante può essere combattuta meno facilmente in quanto meno localizzata, più diffusa svolg4endo la valenza di un un nemico onnipotente che ci colpisce senza che noi possiamo verificarne la localizzazione e circoscriverlo.
Credo che, data la sua giovane età, potrebbe esserle di grande utilità un lavoro psicoterapeutico psicoanalitico che possa dipanare l’eziologia della problematica ad livello profondo, in termini di significato, in relazione alla sua biografia e soggettività . Il tutto nell’ambito di un valido transfert con l’analista e una solida alleanza di lavoro. Unirei ad esso un percorso ipnoterapeutico con lo scopo di addestrarla ad una trance che potrà esserle di grande sollievo nell’antagonizzare il loop ossessivo. La saluto cordialmente.