Dottore, non so se sono depresso ma la voglia di vivere se ne è andata.Non capisco bene il motivo o forse i motivi sono tanti.La pensione credo che andrebbe abolita, a me ha fatto un effetto come se mi venisse tolta la terra sotto i piedi Sento che di me nessuno ha più bisogno,la moglie ha i suoi acciacchi i figli fanno la loro vita, avranno i loro disagi, come si dice oggi, ma che vitalità, che carica fornisce loro la natura!Continuo, a parte il lavoro, a fare le solite cose, ma le faccio senza entusiasmo anche se non ho veri sintomi, ho paura però che prima o poi arrivino anche quelli, lei cosa mi consiglia in una situazione come questa?
Questa ennesima lettera sul tema della depressione ci mostra quanto questo problema sia radicato alle attuali condizioni storiche socio-politiche anche se la risposta depressiva riguarda fondamentalmente la soggettività e la individualità.Alla base della suo momento depressivo vi è probabilmente una carenza o perlomeno una riduzione degli apporti narcistici che precedentemente avevano contribuito al suo piacere esistenziale.Ora voglio scrivere considerazioni molto generali che ritengo abbiano una qualche utilità. Vi è una fase della vita, in genere quella della maturità, in cui i nostri equilibri tendono ad essere più consolidati, dato che la spinta pulsionale è ancora ben presente e, forse,l´io del soggetto raggiunge quella forza che viene concessa da un´esperienza riguardante le proprie capacità, le proprie tendenze e inclinazioni ivi inclusi i propri limiti:i figli ancora in crescita e bisognosi di noi, una sessualità ancora vivace, una dimensione lavorativa in cui possiamo trovarci in posizioni soddisfacenti. Nella fase successiva dell´esistenza, quale è quella di cui lei parla, quella che chiama terza età, si possono verificare situazioni che comportano una perdita di appoggi narcisistici come il pensionamento lavorativo con il suo significato simbolico di “fine”, i figli ormai indipendenti che non hanno cioè più bisogno, una caduta a volte importante della sessualità, la percezione di un deterioramento psichico e fisico che possono innescare un quadro di tipo depressivo su base abbandonica,un allontanamento sempre più marcato da una fantasia di onnipotenza, un incontro sempre più ravvicinato con il fantasma della propria mortalità.Ora, in assenza di una sintomatologia depressiva significativa e in presenza di una buona autostima e non essendovi le impronte di una anedonia marcata adotterei la massima cautela nell´usare il termine depressione e penserei di trovarmi di fronte ad un naturale e ancora compensato ” male di vivere”,a quella fisiologica infelicità esistenziale che contrassegna il nostro essere nel mondo.La ipnosi può esserle utile per addestrarsi alla trance e trovare spazi psichici eternizzando il presente ,la psicoanalisi come strumento di elaborazione e approfondimento del sè.