Salve, dopo molti consulti fatti in seguito ad una costante dolorabilità diffusa a livello muscolare e scheletrico che mi accompagna dal primo parto e quindi dall’incirca 5 anni, mi è stata riscontrata una entesoatrite associata a fibromialgia da parte di un reumatologo della mia zona, circa 1 anno e mezzo fà.
Dopo altre analisi che ho voluto approfondire presso un centro di eccellenza (San Carlo di Potenza) e data la negatività degli esami strumentali da me effettuati è è verosimile si tratti solo di Fibromialgia primaria.
Questa sindrome è davvero brutta provoca anche stanchezza cronica e tutto un corteo di sintomi. Fino ad un mese fà ho allattato la mia bimba di 2 anni e non ho assunto alcun farmaco.
Si è presentato a gennaio un periodo molto difficile in quanto abbiamo riscontrato un problema autoimmune alla bimba di 5 anni primogenita.
Ora che sta un pò meglio e dopo che ho smesso di allattare la piccina si sono ripresentati sintomi invalidanti.
Ho cominciato con vertigini soggettive molto forti, senso di svenimento e dolori oppressione alla testa.
Mi sono recata da un neurologo che non ha ritenuto opportuno approfondire la cosa anzi mi ha diagnosticato una instabilità posturale di natura dinamico funzionale.
Mi ha prescritto il laroxyl a basso dosaggio e punture ricostituenti. Dato il forte impatto emotivo di questi giorni ho cominciato con la cura anche se contraria ai farmaci. Sono un soggetto ansioso e prima di questo calvario di sofferenza ho vissuto un passato da ipocondriaca e con attacchi di panico.
Sono molto restia ai farmaci. Come agire per migliorare la situazione?
Soffro certamente anche di depressione. Cordialità
La sintomatologia fibromialgica associata a stanchezza cronica, con vertigini di tipo funzionale, considerando il passato ipocondriaco e i disturbi di panico, orienta verso un quadro depressivo ansioso, di cui peraltro lei soffre anche a livello puramente psichico, per cui la terapia farmacologica consigliata sembra idonea. E’ importante associarla, però, per ottenere risultati evolutivi, di cambiamento psicodinamico, e non solo dipendenti dall’uso del farmaco, a psicoterapia psicoanalitica integrata con ipnosi , questa ultima particolarmente efficace nei disturbi ad espressività psicosomatica, con risultati riscontrabili in tempi relativamente brevi. Una volta che il lavoro psicoanalitico ed ipnotico espliciteranno le proprie virtù terapeutiche, il farmaco potrà essere abbandonato. Contraccambio i saluti