Buongiorno dottore,io sono terrorizzata dalla neve!10 anni fà,circa,sono scivolata per strada e mi sono fatta molto male,qualche anno dopo,in occasione di una forte nevicata mi si sono letteralmente bloccate le gambe,sono caduta e mi sono fatta male di nuovo.Quando stà per arrivare l’inverno e,ancora peggio,quando arrivano i mesi più freddi,ho il terrore che cresce man mano che ci si avvicina anche ad una breve,magari insignificante,nevicata di 2 cm!Sono sempre stata bene,una persona forte e sufficientemente sicura di sè stessa;purtroppo questa piacevole sensazione mi ha abbandonata per lasciare il posto a terribili attacchi di panico(anche quando non c’è la neve,ma con questa sono così forti da paralizzarmi!).Sono in cura da una brava dottoressa,ma la voglia di chiudermi in casa è fortissima,il problema e la fortuna è che non posso farlo perchè ho un’attività.Sono in apnea dal terrore di affrontare la neve.Cosa posso fare?Sono disperata!!!!.
Credo che la fobia della neve o chionofobia sia stata scatenata, nella sua specificità, dall’evento che le è occorso il quale ha agito come trauma, inseritosi in un problema di conflittualità più arcaico, che è emerso nel disturbo da attacco di panico con componente agorafobica. La fantasia relativa alla neve ha una carica simbolica potente collegata ad angosce di separazione e di vuoto e questo è il motivo della presenza del panico anche in assenza di quell’elemento naturale specifico.In questo caso, per venire in contatto con la specificità connessa alla sua soggettività, è necessaria una psicoterapia di tipo psicoanalitico che vada alle origini del problema sollevando il velo del rimosso e portando alla luce le dinamiche psichiche nascoste. E’ determinante trovare uno psicoterapeuta di fiducia con il quale compiere questo viaggio esplorativo all’interno del proprio sé. Anche l’ipnosi può essere usata utilmente o da sola o come integrazione del lavoro psicodinamico, Essa può avere un effetto risolutivo determinante sul panico agorafobico interponendo un cuscinetto di trance impregnato di fantasie benevoli che la distacchino dalle angosce persecutorie presenti in modo più o meno cosciente nel disagio psichico che la riguarda. La saluto cordialmente. Antonio