[H2]Fobia ossessiva

[i]Buonasera, ho 23 anni e mi sono permessa di scriverLe dopo aver visto il Suo nome su internet. Questa e’ la mia situazione e mi piacerebbe tantissimo se potesse aiutarmi a capire, anche solo con poche parole, cosa mi stia succedendo. La prego,non mi consideri una fuori di testa. Purtroppo vivo un periodo di grande sofferenza. Spero di non disturbarLa.
A giugno, ho avuto il mio primo lavoretto extra-universitario, in cui ho fatto la babysitter a 18 bambine durante uno spettacolo insieme a due mie amiche. Ho provato tanta ansia, c’era molto da fare. Durante la serata ho provato forte stress, e ho avuto pauraa un certo punto di aver compromesso l’udito a un bambino, solo per aver erroneamente battuto il gomito nel suo orecchio mentre mi passava vicino correndo. A fine serata, invece, ho avuto il terrore di averle graffiate quando le accompagnavo in bagno, mentrele aiutavo a vestirsi e che i genitori mi avrebbero denunciato, ma poi tornata a casa ho scritto questa paura al mio ragazzo, ho salutato e raccontato a mia madre come fosse andata la serata, mostrandole anche una foto, e sono andata nel letto cercando, primadi dormire, qualche indicazione su internet circa la paura di fare del male e riguardando la foto della serata in cui eravamo io e le mie due mie amiche. La mattina dopo ero in macchina con il mio ragazzo, gli raccontavo della sera prima e anche della miapaura. A un certo punto, non ricordo come e quando, mi sono comparse delle immagini di abusi da parte mia verso alcune di queste bambine, cosi dettagliate che sembravano vere. Ho passato dei giorni infernali a ripercorrere i ricordi, a cercare di capire sefosse successo davvero o meno, ma tante azioni meccaniche e tante bambine le avevo gia’ rimosse il giorno dopo. Ricordavo solo alcune cose, alcuni gesti compiuti mentre le vestivo (passare la carta, tirare su le calze e controllare la loro pancia per vederese le avessi graffiate). Piu’ ripercorrevo il passato e piu’ le immagini si ripresentavano, cosi come i dubbi, le domande (“e se l’ansia mi avesse spinto a fare qualcosa? Lo stress ti ha fatto dimenticare? Provavi disagio quando si spogliavano, che avrai fatto?Come mai non hai salutato mentre andavi via l’ultima bambina seduta ad aspettare che la sua mamma finisse di pulire e sistemare il palco? La mattina dopo volevi fare un collage con le foto della sera precedente ma poi hai smesso, perche’? Ti sei rinvenutache avevi fatto qualcosa? E se questi pensieri fossero gia’ venuti la sera stessa ma fingi di non ricordare? Ricordi di aver dormito bene quella notte o no?”. Anche solo vedere delle bambine per strada mi faceva immaginare quei gesti, probabilmente per testarmi,ma venivo subito assalita dal panico, come se fossero azioni familiari. Poi un giorno, e’ svanita questa ossessione, ne sono comparse altre ma stavo bene. Dopo circa un mese e’ tornata, e’ ricominciata da capo per poi degenerare in immagini sempre dettagliate(addirittura rivedevo i miei vestiti e i capelli di quella sera, sui capelli non sono sicura pero’) e durare piu’ a lungo. Chiaramente ora e’ tutto piu’ confuso, i pochi ricordi sbiaditi. Ora la cosa che mi preoccupa e’ che sento l’ansia dentro di me, comese mi volesse convincere. Io ho paura mi porti a dire:”e’ tutto vero, lo ammetto”. Anche quando mi distraggo lei torna subito per ricordarmi di avere questo problema, che mi denunceranno, che mi scopriranno oppure che non lo faranno perche’ non hanno le prove.Tempo fa per l’appunto ho tirato giu’ una lista dei gesti che ricordavo (tra cui ho aggiunto il decoro della gonna di una bambina che si era scucito e che forse non mi era mai venuto in mente prima perche’ non ci avevo prestato attenzione). Cinque minuti dopoho messo in dubbio anche quello che avevo scritto, soprattutto il ricordo del decoro, fino a non riuscire piu’ a visualizzare nulla. Io spero di non essere l’unica a vivere tutto questo, perche’ sto davvero male e non capisco perche’ stia succedendo. A volteho paura di soffrire di amnesie perche’ gia’ il giorno dopo quella serata, ripensando alle azioni compiute nel bagno mentre vestivo le bimbe, non ricordavo molto, alcune di loro le avevo proprio rimosse (ma la testa mi vuole dire che invece le ricordo benissimo).Figuriamoci adesso. Una confusione totale nella testa, che sussiste ancora. Poi c’e’ stato quel mese in cui non ci pensavo piu’ e mi ero resa conto che allora probabilmente era stato tutto frutto della mia mente. Quando e’ tornata mi sono sentita morire, ipensieri cosi’ veritieri, a volte queste “voci” dentro di me che mi dicono che sono orribile, che ho deluso tutti, che nessuno mi vorra’ piu’ bene e che mi verranno a cercare, che mi sto nascondendo dietro alle ossessioni ma che invece, se ho pensato questecose così a ridosso dell’evento, allora e’ tutto vero. Anche quando sento notizie del genere in televisione mi sento chiamata in causa. Non faccio altro che chiedere rassicurazioni al mio ragazzo per sapere se secondo lui ero abbastanza tranquilla quandomi ha vista la mattina dopo, rimuginare sul perche’ fossi cosi ansiosa quella sera, sul perche’ non vedessi l’ora di tornare a casa. A volte ricontrollo i messaggi che avevo inviato quella sera a mia madre e mio padre per far sapere loro che avevo finito eche stavo tornando a casa. Sono rimasta con questa esigenza interiore di cercare di ricordare, di mettere ogni dettaglio in ordine cronologico: ad esempio, io fin da subito ho sempre ricordato e raccontato al mio ragazzo che, una volta uscita dal bagno, misono rimessa a leggere un librino alle bimbe e poi ad asciugare il sangue dal naso di una bambina, prima di tornare sul palco per la scena finale. Inoltre mi sembrava di ricordare che, mentre i genitori riprendevano le bimbe, io ero leggermente in ansia eseduta su una sedia consegnavo loro i disegni che avevano fatto. Non ricordo a quante, ma una mi disse:”questo non è mio”. Tutto questo per dirLe che metto in dubbio i ricordi, ho paura di confonderli con l’immaginazione e ho paura che se quella di cui hoappena parlato non fosse stata la scena finale, allora forse ho continuato a portare in bagno qualche bambina, mentre se fosse stata davvero la scena finale allora mi sentirei più tranquilla di dire:” beh, appena ero uscita dal bagno ero serena, leggevo loroun libro. Ho fermato l’epistassi a una bambina, poi dopo le abbiamo consegnate ai genitori quindi non può essere successo nulla. Inoltre mi è successo di cercare tante volte tra la cronologia cancellata, invano, per capire se effettivamente quella sera nelletto avessi cercato:”paura di fare del male ai bambini” oppure qualcosa di peggio. Perche’ se avessi cercato solo la paura di fare del male allora significherebbe che quella sera l’unico pensiero era stato di averle graffiate e che gli altri sarebbero effettivamentecomparsi la mattina dopo. Pero’ non ricordo. Purtroppo gia’ in passato ho sofferto di pensieri tra cui aver paura di essermi innamorata di altri ragazzi (pensiero che e’ tornato in quel mese di pausa dalla precedente ossessione che le ho raccontato) e addiritturala paura di poter essere omosessuale in seguito a fantasie avute durante l’adolescenza. Così come l’ossessione di non aver eseguito correttamente un impegno con l’universita’. Mi chiedo cosa mi stia succedendo, se capita solo a me, ho paura di non liberarmenemai, di diventare madre un giorno e avere ancora questo terrore. Se potessi tornare indietro nel tempo, lo farei subito.
Mi scuso ancora per il disturbo, spero possa indicarmi la Sua opinione.
Cordiali Saluti.
Salve,nel suo caso si può parlare di disturbo fobico ossessivo, ed è possibile che le sue fobie riguardanti i bambini, sia , a livello inconscio, la ripetizione di un rapporto conflittuale e aggressivo verso una o più figure di riferimentodel suo passato, per cui è opportuno un percorso all’interno del suo Sè che solo un lavoro analitico può effettuare. Vedo, in ogni modo, che le ossessioni erano presenti in lei in altri campi, vedi il timore della omosessualità ,l’impegno universitario..Il mio suggerimento perciò è quello di trovare uno specialista con cui costruire un valido rapporto terapeutico teso alla scoperta di traumi e disagi infantili che, una volta portati alla coscienza, potranno essere risolti e affrontati nel modo migliore