Credo che la mia esistenza ,attualmente, sia, come dire, misera. Intendo nel senso sociale .A 30 anni, ho un fidanzato ormai da molto tempo del cui affetto sono certa, anche se la passione, per come penso che dovrebbe essere, non c´è mai stata. Vivo da sola e ogni tanto vediamo i miei genitori o i suoi, ho qualche amica di vecchia data e la mia vita sociale finisce qui, a parte qualche collega più simpatico al lavoro che però non vedo mai al di fuori.Quando mi propongono di vedere persone nuove o di partecipare ad eventi come battesimi matrimoni o altre occasioni sono letteralmente terrorizzata.In genere non ci vado ma, se sono proprio obbligata, rimango in tensione prima durante e dopo e sono sicura che la gente percepisce il mio imbarazzo perchè da qualche tempo capita che a certi eventi, od occasione di incontro, magari invitano i miei parenti o i miei amici e io vengo piano piano ad essere emarginata. Non riesco più a sopportare una situazione del genere, quando sono tra la gente mi sembra di avere gli occhi tutti puntati addosso e se mi fanno anche una domanda banale arrossisco come una stupida. C´è la possibilità di risolvere questo problema che mi angoscia?
Il considerare le reazioni dell´ambiente alle proprie azioni ha una gran parte nel rapporto umano e può essere definito come la componente razionale della paura sociale. Questa non è affatto patologica. Lo è invece quando l´angoscia sociale oscura ogni altro rapporto con gli oggetti o quando il giudizio di critica è infondato.E´ dovuta ad una paura infantile dei genitori che è stata internalizzata come super- io minaccioso.Dobbiamo anche rilevare un aumento dell´ambivalenza del soggetto verso le persone,il cui giudizio è perciò temuto proiettivamente perchè necessario per ristabilire un´autostima logorata dall´autoaggressività o minacciata da sensi di colpa. Se il soggetto ha fissazioni orali importanti questo bisogno di appoggio, di amore e di approvazione e ,a volte, anche di conferma, acquista dimensioni ancora più rilevanti. Un quadro sintomatico nel quale prevale l´angoscia sociale è l´eritrofobia (la paura di arrossire) che, in casi pronunciati, vede anche un intreccio di componenti paranoiche. Un istinto parziale rafforzato nell´angoscia sociale è l´esibizionismo che ha lo scopo di influenzare magicamente lo spettatore a fornire un´approvazione rassicurante e che compare come paura che l´esibizione possa non aver successo (febbre della ribalta). Fatte queste considerazioni le dirò che solo un lavoro psicoanalitico profondo,se ci troviamo di fronte ad un soggetto con un buon insight e una favorevole disponibilità, può modificare il quadro intrapsichico riducendo la severità delle strutture di controllo, espandendo il territorio dell´io e permettendo alle pulsioni un maggior soddisfacimento ed una buona evoluzione libidica.