Gentile Dottore mio fratello si è drogato di eroina, cocaina e altro, dai 15 ai 25 circa, per poi andare in una comunità ed uscirne “ripulito”. Per circa 3 anni e mezzo non si è piú drogato, ha cominciato a “vivere” di nuovo: ha trovato un bel lavoro e una brava fidanzata. Da pochi mesi ha ricominciato a drogarsi di crack e cocaina, io e la mia famiglia lo abbiamo scoperto solo da pochi giorni. Mia sorella ha preso in mano subito la situzione, dicendo: “lasciamolo stare, non cerchiamo di aiutarlo, deve trovare da solo la volontà per farsi aiutare, tornando in comunità”. È vero che non si può far niente, e che standogli accanto cercando di motivarlo a smettete non porterebbe a nulla? È vero che deve deciderlo da solo? Siccome è finito in giri di spaccio e ho paura che possa fare una brutta fine, vorrei capire se devo solo accettare che non avrei colpe nel non cercare di motivarlo. Oltretutto, mia madre fa molta più difficoltà di me ad accettare di non dover provare ad aiutarlo, perchè si sente molto in colpa; è consigliabile uno specialista per lei?Grazie infinite
Salve fintantochè suo fratello non avrà compreso le motiovazioni profonde dellla schiavitù tossicomanica con un profondo lavoro conoscitivo del suo inconscio, la ricaduta sarà sempre in agguato. Perciò l’unica soluzione è trovare uno specialista sperando di poter contare sulla collaborazione di suo fratello. Altre strade non vi sono. Un cordiale saluto.