Credo di averne veramente abbastanza. Il mio Lui mi ha davvero deluso, a 25 anni pensavo di meritarmi di meglio. Eppure se lei ci parla, sembra il fidanzato perfetto, carino ,idolatrato dai miei genitori, di buona famiglia,ottimo professionista, ma è l’intimità che è un problema. All’inizio tutto sembrava procedere bene, anche se con lui non ho mai raggiunto l’orgasmo data la sua “frettolosità”, poi ha cominciato a farmi richieste strane, voleva far l’amore con la finestra aperta, in modo da poter essere visto o,di notte, d’estate, mi spogliava sul terrazzo,quando magari accanto, o al piano di sotto, si sentivano le voci delle persone che parlavano, non voleva che portassi mai il reggiseno( e io sono molto abbondante), voleva farlo sempre in luoghi strani,aperti al pubblico, in automobile, anche di giorno,insisteva, mentre lo facevamo, che gli raccontassi anche nei minimi particolari quello che facevo con il fidanzato precedente, come e dove lui mi toccasse e altre cose. Ultimamente aveva preo l´abitudine di guardare con me cassette porno e voleva che io facessi apprezzamenti volgari sull’organo sessuale degli uomini o di come la donna fosse…nell’ultimo mese in pratica, non lo abbiamo mai fatto normalmente. Recentemente mi ha proposto addirittura di farlo insieme ad una coppia di amici, assicurandomi che non ci saremmo scambiati. A questo punto ho detto basta a tutte queste stranezze. Lui mi ha confessato allora che era sempre stato così, che riusciva ad eccitarsi con una ragazza in modo normale solo all’inizio, poi ,passati i primi tempi, doveva come complicare la situazione per trovarla ancora stimolante e che, se gli volevo bene, avrei capito. Sono in totale confusione, non so se lasciarlo, non capisco il motivo per cui fa questo, lei , attraverso le mie parole, riesce a capire qualcosa di questo strano soggetto?
Ci sono individui che, a causa di dinamiche profonde in relazione alle loro figure di riferimento,riescono ad essere potenti solo in situazioni trasgressive e, in accordo con le loro strutture perverse, scindono il sentimento dall’erotismo,l’amor sacro dall’amore profano.Il ragazzo, inappuntabile socialmente,e questa è la parte sana,fa emergere la componente perversa del suo sé solo nell’intimità. In questo caso appaiono in primo piano impulsi esibizionistici e voyeristici, e, sullo sfondo, anche masochistici perché l’evoluzione successiva sarà la richiesta di scambio di coppia in cui il ragazzo potrà godere, anche omosessualmente, nel vedere la propria donna posseduta da un altro uomo. In questo caso la perversione si è attivata dopo un po’ che la relazione è cominciata perché all’inizio in lui si era probabilmente verificata una fusione delle due componenti, quella erotica e quella affettiva, e solo successivamente la immagine della donna è stata scissa in una parte santificata, da rispettare socialmente e in una parte perversa con cui soddisfare ogni voglia. I perversi non sono individui sessualmente adulti, sono persone che hanno avuto una disillusione sessuale infantile e sono regrediti a fasi pregenitali della organizzazione psicosessuale. La capacità dell’orgasmo genitale è bloccata da qualche ostacolo, superabile, con maggiore o minore facilità, dall’atto perverso. La sessualità adulta è sostituita da quella infantile,il perverso è una persona il cui piacere sessuale è bloccato dall’angoscia di castrazione edipica o da fantasie persecutorie legate al seno nella fase preedipica ( vedi equivalenza simbolica tra seno e pene). Non è vero, come comunemente si crede che i perversi gioiscano di un piacere sessuale più intenso delle persone normali, lo scarico degli impulsi è faticoso ed incompleto .Come vede il problema è complesso e di non facile soluzione. Potrebbe esservi una evoluzione se il ragazzo sviluppasse un’angoscia abbandonica conseguente alla determinazione di lei di interrompere il rapporto cioè nel caso in cui la perversione tendesse a nevrotizzarsi creando in lui un aspirazione psicoterapeutica. Solo un lavoro psicoanalitico profondo che metta in luce, nel transfert,il materiale patogeno rimosso rendendolo suscettibile di elaborazione può essere in grado di sbloccare definitivamente la problematica in essere: in questi casi lo scoglio più arduo è proprio la indisponibità del soggetto a rinunciare ai suoi sintomi in quanto non vengono visssuti come tali.