Le scrivo perché voglio capirci qualcosa .Ho finito da poco l’università, sono stato sempre ansioso ma mai come in questo periodo. Circa 2 mesi fa, mentre stavo sull’autobus che, come spesso accade, era strapieno,sono entrato nel terrore, così senza una ragione. Ho avvertito una sensazione di malessere che si è ingigantita,la testa ha cominciato a girarmi, avevo nausea e sudavo. Poi un dolore al petto , mi sentivo soffocare, ho detto “ora mi viene un infarto” e ho pensato di morire. Tutto intorno a me mi sembrava estraneo, io stesso non sapevo chi ero, ho chiesto aiuto, poi l’ambulanza, il pronto soccorso, gli accertamenti. Mi hanno fatto diagnosi di “disturbo da attacco di panico”. Terribile. Mai provata un angoscia del genere. Mi son preso un periodo di riposo e ho cominciato a prendere un farmaco la mattina, il cipralex e 15 gocce di Xanax 3 volte al giorno .Da allora provo come uno stato di “allerta, evito i mezzi pubblici e ho notato che, se devo recarmi da qualche parte mi sento più tranquillo se ho accanto qualcuno. Ma posso guarire un giorno senza le pasticche? P.G.
Lei ha fatto una descrizione molto dettagliata dell’attacco di panico, ma,purtroppo, ha omesso qualsiasi notizia circa le modalità della sua esistenza, le sue relazioni e tutto ciò che riguarda la sua soggettività. Perciò proverò a fare un breve excursus su ciò che si intende per “attacco di panico”, sperando che possa esserle utilmente orientativo. Bisogna premettere anche se gli episodi sono difformi per intensità e caratteristiche fenomenologiche, comunque hanno delle caratteristiche che li accomunano. I sintomi compaiono improvvisamente e, a volte, non sono correlati dal paziente ad una motivazione psicologica (attacchi di panico spontanei o inattesi) ma possono, più frequentemente, essere situazionali quando insorgono in situazioni predisponenti, di cui il soggetto ha già consapevolezza. Possono durare da pochi secondi fino ad un’ora e più. Sono caratterizzati da una sensazione di perdita di controllo e angoscia per la propria integrità psicofisica. Compaiono segni di depersonalizzazione e de realizzazione (chi sono, dove sono?) , sensazione di morte imminente, timore di perdere il controllo sulle proprie idee e azioni , con un potente interessamento dell’apparato neurovegetativo contrassegnato da dispnea, palpitazioni, dolore toracico, sensazioni di soffocamento, vampate di calore e brividi di freddo, sudorazione profusa, tremori. Una volta terminata la fase acuta, il soggetto rimane confuso, con vertigini, sensazioni di sbandamento e altri sintomi variabili. Talora, nelle forme minori, il soggetto, preda dell’attacco, si sottrae alla vista dei presenti e il tutto passa inosservato. Il primo evento si verifica spesso in una situazione di routine, leggendo un libro, passeggiando per strada, più spesso in luoghi affollati come autobus e supermercati. A volte,invece, può insorgere in situazioni drammatiche per la vita del soggetto come gravi incidenti, morti di persone care o altri eventi significativi. Può presentarsi anche in concomitanza di assunzione di sostanze stupefacenti come marjuana, cocaina, amfetamine. Quello che molti non sanno è che in oltre il 50% dei pazienti sono presenti attacchi di panico notturni, che non sono però collegati alla fase onirica (REM). Dopo il primo episodio che viene, in genere, ricordato con precisione quasi maniacale, i successivi possono presentarsi con frequenza variabile e il soggetto vive in uno stato di ansia anticipatoria per il timore che il disturbo possa ripresentarsi. Può insorgere,a volte, una elaborazione ipocondriaca della crisi (20% dei casi) per cui il paziente chiede ripetutamente l’intervento del medico in quanto convinto di avere una malattia fisica in genere grave tipo infarto del miocardio o ictus cerebrale. Molto più frequentemente, nei 2/3 dei casi, il disturbo si complica con la agorafobia (paura delle piazze) ma non sono solo le piazze ad essere evitate o i posti affollati ma anche altri luoghi come ponti, tunnel , ascensori, autostrade, treni, autobus. I soggetti diventano “fobofobici” hanno paura di aver paura e possono allontanarsi solo in compagnia di una persona rassicurante,molto spesso indossando occhiali scuri e avendo la boccetta di ansiolitico a portata di mano. A volte ,però, tutto ciò non è sufficiente ad affrontare le situazioni temute che vengono egualmente evitate.In certi casi il soggetto, per sfidare le proprie paure, attua meccanismi “contro fobici” a scopo dimostrativo ma i sollievi che ne conseguono sono di breve durata. Dopo questa dissertazione,credo che, nel suo caso, data la giovane età, il farmaco possa rappresentare solo una situazione tampone e che sia invece quanto mai opportuno per lei effettuare un profondo lavoro psicoanalitico per mettere in luce le dinamiche profonde alla base del problema ed elaborarlo. Per antagonizzare gli effetti della fobia in tempi brevi può invece effettuare una decina di sedute ipnotiche per allenarsi ad una trance che può creare un cuscinetto tra lei e le situazioni fobogene in modo da affrontare il lavoro psicoanalitico con un incremento della mentalizzazione spaziale.Oppure può effettuare una ipnoanalisi sequenziale.La saluto cordialmente e spero di averle dato qualche orientamento che possa essere produttivo per il suo futuro.