Salve dottore, sono un ragazzo di 33 anni. Sono stato in terapia per anni, poi a 26 anni successe un episodio che mi cambiò la vita. Durante una seduta di terapia spiegai al mio ex analista un sintomo che ebbi per due minuti, ovvero che mi chiesi se respiravo troppo o troppo poco. Lui, per tutta risposta e complice probabilmente un suo stato di salute pessimo, mi rispose che era una nevrosi fobico ossessiva e che ero messo male. Di li in poi andai in allarme, sono anni che sono spaventatissimo all’idea che mi si sviluppi un disturbo ossessivo compulsivo. In precedenza in vita mia non penso di aver sofferto di niente di rilevante, anche se presentavo una componente ritualistica a periodi abbastanza spiccata(priva di qualsiasi forma di ossessioni), ma questa difficilmente mi ha creato problemi, poichè ero capace di metterle un freno quando vedevo che iniziava a darmi noie. Da quando ho sviluppato questa paura ho paura di fissarmi sui miei pensieri, di sviluppare un disturbo ossessivo compulsivo. La mia analista mi tranquillizza da tempo, dicendomi che i miei pensieri vanno e vengono con una scorrevolezza che un ossessivo si sogna (si va dalle poche ore alle poche settimane), che in questi anni se avessi dovuto sviluppare un disturbo vero e proprio sarei peggiorato tantissimo e che non presento nessuna delle caratteristiche proprie degli ossessivi (rigidità morale, perfezionismo, senso dell’ordine,mancanza di metodo in ogni aspetto della mia vita, scarsissima componente di dubbi, etc etc). Avrei sempre voluto andare da uno psichiatra per una diagnosi più mirata ma ne ho sempre avuto paura, navigando mi sono imbattuto sul suo sito e mi è sembrata una persona molto competente, per cui, a titolo puramente formale, le chiedo: La mia analista può avere ragione,secondo lei, nell’escludere sulle basi che le ho sopra riportato la possibilità di uno sviluppo di un disturbo ossessivo compulsivo? La ringrazio per la cortese attenzione, buona giornata