Ho una relazione a distanza da un paio di anni.. teniamo l´uno all´altro sempre di più, siamo molto affiattati e innamorati.Per motivi di studio e lavoro non possiamo ancora vivere assieme, ci vediamo il più spesso possibile ma dopo ogni separazione vivo lunghi periodi (anche un mese) di depressione, pianto, senso di solitudine, non ho voglia di far niente,questo ovviamente peggiora e danneggia il mio studio, sento più appetito così mi sento in colpa se mangio di più e non so più come affrontare questa distanza che mi logora ogni volta un po di più, nello stesso tempo so che la soluzione non puo essere lasciarci perchè non ho mai trovato uomo migliore di lui, è la mia vita. La prego, mi dica qualcosa.Non posso continuare così.
Voglio suggerirle che,se lei ha una relazione a distanza, questa, come altre situazioni che possono verificarsi nel nostro percorso esistenziale, è un evento che non si verifica casualmente, ma per motivi ben precisi, anche se inconsci, che affondano le loro radici nella sua dimensione biografica. E´ possibile che tale distanza sia resa necessaria dalla presenza di sentimenti ambivalenti nei confronti dell´oggetto d´amore, che essa abbia, cioè, una valenza cautelativa svolgendo una funzione di salvaguardia e di tutela nei suoi confronti. La stessa ambivalenza potrebbe essere alla base della sofferenza depressiva e luttuosa che segue ai distacchi: sembra ragionevole pensare che lei possa cercare una compensazione tramite l´introduzione- introiezione di oggetti sostitutivi come il cibo. Ovviamente qualsiasi suggerimento sulla situazione in essere, nel senso di una sua direzionalità non ha alcun criterio di validità perchè soltanto un approfondimento ed una elaborazione della conflittualità che è alla base, tramite processo psicoanalitico, potrà esserle di qualche aiuto.