Gentile dottore, io oramai dopo oltre tre anni di psicoterapia psicoanalitica ho dovuto prendere coscienza della mia estrema precarietà esistenziale dovuta a quanto pare da un disinvestimento oggettuale che mi fà percepire la vita senza senso con una continua estenuante ricerca di un approdo stabile, di un’autostima, di un senso di continuità e così via! la perdita degli oggetti interni,la scissione, il grado di narcisismo con ripiegamento su se stessi, l’angoscia esistenziale pervasiva, la percezione di essere sempre in pericolo, la mancata differenziazione dai propri genitori e la mancata separazione(perchè la separazione nel mio caso forse porterebbe ad uno scompenso..) il mio terapeuta insiste nel dire che la mia sofferenza è psicotica ma non di natura psicotica! io non riesco a capire questo concetto.. e mi sento dire che il bimbo può crescere e progredire nella crescita psicologica! a me x quanto mi piaccia questa idea di crescita pare di lottare contro i mulini a vento e leggendo anche dai suoi scritti mi sembra di capire che x quanto riguarda le patologie borderline-psicotiche il parametro principale sia quello di lenire sofferenze e ridurre il quadro dei sintomi… con estremo rammarico x una vita forse persa credo che prima di avviare una psicoterapia bisognerebbe avvertire il paziente dei suoi limiti e delle sue reali possibilità! questo percorso x me sta avendo un esito infausto e mi chiedo se è una cosa giusta o meno.. cordiali saluti!