Lei pensa / spera che l’evoluzione tecnologica farà in tempo a salvarLa? Ma se anche accadesse questo miracolo, è sicuro di desiderare davvero l’eternità? Tra l’altro, Le faccio presente che se Lei si stacca dalla convinzione che anima (o mente o psiche) uguale cervello (o corpo), si trova lì belle e fatta l’immortalità induista, senza bisogno di diavolerie di ingegneria genetica. Per me, che leopardianamente detesto la vita, l’immortalità induista / buddhista è un pensiero orrendo, e spero che una guerra nucleare cancelli i governi, le tasse, le guerre, le regolamentazioni, gli esperti o sedicenti tali di ogni settore, tutte le genìe di opinionisti, ecc. ecc. Gli unici esseri senzienti che non odio sono i miei bambini (solo un po’ quando mi fanno arrabbiare) e quella donna, se esiste, che voglia fare all’amore con me per scambio di piacere reciproco, senza la prostituzione del rapporto serio a tutti i costi (che è una forma di pagamento) o del denaro. Buona giornata
Le risponderò sinteticamenteIo credo che in noi ,o almeno nella maggior parte di noi, sia radicato un attaccamento tenace alla vita , che non viene meno neanche se colpiti da malattie o in condizioni fisiche precarie tali da ridurci ai limiti della sopravvivenza. Credo anche, con Schopenhauer e Leopardi, che questo attaccamento si nutra profondamente di illusioni che non sono da vedere secondo me nella loro accezione deteriore, ma come forza motrice che ci spinge a nutrirci dell’esistenza. E, se tali illusioni possono diminuire con la perdita progressiva della gioventù, anche andando avanti negli anni costituiscono un dato fondante della nostra vita.E’ anche evidente che non possiamo scegliere volontariamente e coscientemente una filosofia o una religione, il credo radicato dentro di noi fa parte della nostra complessità psichica e non può essere modificato da suggestioni esterne. Amiamo i figli perchè simbolicamente rappresentano il progetto laico di immortalità,e, più generalmente, amiamo l’amore che è la linfa vitale più potente di cui possiamo nutrirci. Credo infine,con Spinoza, che l’individuo senta, insieme alle angosce di mortalità , la sensazione contemporanea di essere eterno, e questo emerge prepotentemente dall’inconscio nel quale non vige il principio di non contraddizione per cui le due sensazioni possono ben convivere l’una accanto all’altra. Un cordiale saluto