E´ finita con l’ennesimo ragazzo, a questo punto penso proprio che in me ci sia qualcosa che non va. Questa volta sono davvero depressa come se davvero mi avessero staccato una parte del corpo. Credo anche di aver capito il motivo. Deve essere la mia gelosia, sono possessiva fino allo sfinimento. Il fatto è che quando mi innamoro,l’altro diventa una parte di me e non so più farne a meno comincio a telefonargli, controllo dove va, gli sto addosso, è come se io non esistessi più. L’ultimo me lo ha detto francamente”sei soffocante, mi manca l’aria…e cose del genere. Con le amiche invece sono più calma, ma anche lì….Ora sono davvero giù, la mia autostima è sottoterra, ha visto casi del genere?
Il suo problema può essere definito come “love addiction” cioè bisogno ossessivo di amore, che si verifica in persone in cui l’affetto o la conferma che ricevono dagli oggetti esterni hanno lo stesso ruolo del cibo nei casi del bisogno morboso di mangiare: è una esagerazione acuta di caratteristiche presenti in ogni innamoramento, cioè si verifica una sopravvalutazione assoluta della personalità amata a scapito della propria, un sentimento della propria insignificanza paragonato alla magnificenza dell’essere amato. Il soggetto vive solo e tramite il compagno/a, si sente un nulla, mentre l’altro è un tutto, ed è pronto a fare ogni sacrificio per lui , particolarmente allo scopo di suscitare interesse per la propria persona .In questi individui si riscontra spesso una forte fissazione orale e vi è una profonda incapacità di amare attivamente l’altro. L’infatuazione per l’altro è un partecipare alla grandezza dell’altro e, in questo senso, ogni amore diventa una soddisfazione narcisistica, un riguadagnare l’onnipotenza perduta e proiettata. La natura dell’amore della persona sottomessa è di natura molto ambivalente e dietro le valenze sottomissorie si nascondono pulsioni di natura fortemente aggressiva nei confronti dell’oggetto. In analisi si riscontra infatti una rimozione di pulsioni sadiche nei confronti delle figure di riferimento che, non espresse, tendono a dirigersi verso il sé diventando masochistiche e creando le basi per un abbassamento della valutazione di sé e della autostima. Nel suo caso,quindi,può essere consigliabile un lavoro esplorativo di tipo psicoanalitico che vada a sondare le profondità del suo essere, scavando fino alle radici e facendo emergere nel transfert l’aggressività rimossa verso gli oggetti originari per bonificarla, usufruendo così di ricadute favorevoli sulla sua autostima e sul senso di sé. Solo così potrà interrompere questa coazione che le crea un disagio così marcato nelle relazioni e ne contrassegna la precarietà, aprendo la strada a rapporti in cui essa potrà rivendicare un ruolo attivo nello scambio affettivo.