Sto passando dei giorni infernali. Mia moglie qualche tempo fa se ne è andata di casa portando via i figli di 3 e 5 anni. Abbiamo fatto una separazione molto litigiosa e, con l’affido condiviso il giudice ha stabilito che ho diritto a tenerli con me il fine settimana. Quello che dovrebbe essere un mio diritto è diventato un tormento. Lei trova sempre delle scuse per non darmeli, inventandosi per loro i sintomi più vari, o mal di testa o la febbre, la diarrea ,sono stanchi.. tutto quello che le viene in mente e così è grassa se li vedo una volta al mese. poi lei è sempre aggressiva con me, a volte insopportabile, anche al telefono. Certo anche io ho le mie colpe. Da fidanzati andavamo d’amore e d’accordo, anche i primi mesi di matrimonio, poi da quando è diventata madre mi è sembrata diversa . Non la desideravo più, l’accusavo di avermi tolto la libertà, mi ritrovavo sempre in mano le foto di quando ero ragazzo e ai figli non mi sembrava di essere così attaccato. Non pensavo però che la madre prendesse una decisione così drastica. Ora i bambini mi mancano tanto e non so come lei li sta crescendo, sono in una confusione totale, il medico mi ha prescritto qualcosa di cui nemmeno ricordo il nome, ma è possibile che noi padri siamo così poco tutelati, che devo fare?
La situazione in cui si trova non è affatto infrequente e, privatamente, mi sono arrivate molte e- mail tematizzate a riguardo. A questo punto cercherò di far chiarezza sulle dinamiche intrapsichiche che possono essere alla base delle problematiche esposte. Il momento in cui la propria compagna, o moglie, diventa madre è molto delicato per l’uomo, perché egli può sentire di perdere il ruolo privilegiato che,fino a quel momento, gli era stato da lei garantito arrivando a percepire il figlio come un intruso che gli sottrae affetto ed attenzione. Possono svilupparsi cioè,sentimenti di una intensa gelosia nei confronti del piccolo la quale può essere sperimentata consciamente o rimanere inconscia.Questi stati mentali spesso sono favoriti dall’atteggiamento della donna che nel momento procreativo, entra nel cosiddetto “circuito materno”,una dimensione di identificazione con la propria madre, che innesca una rimozione della sua componente femminile, erotica .Inoltre da non sottovalutare sono anche i possibili cambiamenti fisici a cui può essere soggetto il corpo femminile. Una conseguenza, spesso assai visibile, è una brusca decelerazione dei rapporti sessuali, sintomo della accentuazione delle ambivalenze relazionali. La sua compagna ha percepito tutto ciò, ma, invece di riconoscere quanto nella dinamica fosse coinvolta anche la propria soggettività, ha trovato in lei il responsabile di tutto mettendo in atto un meccanismo noto in psicoanalisi come “identificazione proiettiva” e,scaricandole addosso la colpa,reattivamente se ne è andata. Da rilevare,inoltre, come , dopo il distacco, quei figli verso i quali lei sembrava nutrire una forma di indifferenza, le sono apparsi come oggetti insostituibili e, verso di loro, si è trovato a sperimentare una forte dinamica abbandonica. Questo apparente paradosso può essere spiegato con l’emergere,in lei,nei loro confronti, dell’affetto che era stato rimosso,non disgiunto da sentimenti di colpa correlati alla propria aggressività.Le consiglio, a questo punto, un lavoro profondo su se stesso per portare alla luce la specificità dei suoi vissuti ed elaborarli. Questo le potrà permettere di confrontarsi con le forze profonde che agiscono in lei per affrontare più adeguatamente la situazione relazionale tendendo a bonificarla.Può darsi che anche sua moglie possa risentire favorevolmente di questo nuova atmosfera relazionale, e che questo, indirettamente,possa contribuire a sdrammatizzare il clima di tensione favorendo una maggior continuità di contatto con i suoi figli