Buonasera dottore, vorrei subito porre la questione: il mio compagno non so come è precisamente quando ha cominciato ad assumere cocaina, in seguito alla mia scoperta poiché non era più una persona ragionevole, ma maleducato, aggressivo e asociale oltre che sociologico ha dichiarato di voler evadere dall’ansia provocata dalla mia famiglia che pur non frequentandoci affatto sparlava in giro. A seguito di cardiopalma diagnosticatogli con accessi in pronto soccorso e le dico 3 accessi in una settimana la psichiatra dell’ospedale gli prescrive xanax da 0,5 e tavor da 1 diagnosticatogli attacchi di panico. Ora dottore son 2 mesi che segue questa terapia, in piu comunque è insonne, e d’altro canto ha cominciato la psicoterapia. Ma dottore la combinazione tra farmaci e quella cosa…non sia mai a tirarla fuori. Già perché mi reputa la prima nemica che secondo lui vuole distruggerlo. Certe volte non mangia perché ha paura che io lo avveleni. Quasi sempre dice che, non so poi con chi visto che ho perso ogni contatto sociale e familiare, io complotti contro di lui per la sua rovina. Dopo ore dice che solo io che so tutto di lui posso aiutarlo ma gli dà fastidio il mio modo di fare o la voce. Ho cercato di motivarlo creando un’impresa, ma nulla di fatto abbiamo solo la stipula dell’atto costitutivo. Nulla lo fa felice e si sente sempre perseguitato, ogni cosa che accade è un tranello tessuto dalla mia famiglia. Come posso aiutarlo? Mi si spezza il cuore è un uomo eccezionale e molto buono ed in più con grande sensibilità che in questo momento non riesce assolutamente a manifestare. Sto impazzendo sopporto, assecondo, ma nulla. Grazie infinite per la sua comprensione.
Salve, siamo di fronte ad una situazione complessa, perché lei mi dice che l’uomo assumeva cocaina (anche se non si sa con quale frequenza e dosaggio). Il fatto che lui accusi idee paranoidee tipo che lei gli avveleni il cibo o complotti contro di lui per rovinarlo o che sia la sua nemica che vuole distruggerlo, che si senta vittima di tranelli orditi dalla sua famiglia fa pensare che egli continui ad usare la sostanza (anche se non conosco la sua personalità di base che potrebbe contribuire a questo tipo di ideazioni). Ha iniziato una psicoterapia , lei non ha precisato da quanto tempo e non sappiamo cosa pensa il suo terapeuta riguardo alle possibilità evolutive del quadro clinico. Non avendo un contatto diretto con l’uomo non posso dirle molto di più, credo che lei potrebbe a cominciare a pensare seriamente a se stessa. La saluto cordialmente