A differenza delle molte lettere che ho visto riguardanti persone che le chiedono come risolvere le loro angosce o depressioni ,io non ho dei sintomi veri e propri ma sento dentro di me come una inconsistenza, una incertezza continua: a volte mi giustifico dicendo che a 20 anni è comprensibile ma poi mi viene la paura che non cambierò mai. Cerco di spiegarmi:mi capita che di fronte a persone che hanno delle idee, giuste o sbagliate che siano, io mi ritrovi indifferente, come se qualsiasi cosa andasse bene come pure il suo contrario.Prenda una discussione che può nascere in un gruppo:io finisco sempre con l´uniformarmi all´opinione prevalente perchè, in realtà, non ne ho una mia, radicata e convinta come gli altri e, poi quando ci ripenso, sento davvero una grande amarezza. Altra cosa che ho notato in me e che credo sia affine alla precedente è che in ciò che dico o che faccio cerco di adeguarmi anche alle aspettative che gli altri hanno su di me, cioè mi accorgo che ciò che dico non è veramente quello che sento ma quello che ritengo faccia piacere a chi mi circonda.Le chiedo gentilmente una opinione, lei pensa che sia un problema di crescita o che ci sia veramente da preoccuparsi?
Data la assenza, nella sua lettera, di cenni biografici che possano, se non illuminare, almeno gettare, in chiave storica, una luce, anche parziale, sulla situazione psicologica che lei descrive, le dirò che vi sono soggetti che dipendono in tal modo dagli oggetti esterni che non hanno altro interesse che quello di adempiere le presunte aspettative degli altri e di ricevere consenso; essi cioè, non hanno una personalità propria realmente definita ma sono quelli che gli altri si aspettano che siano. Cambiano cioè in dipendenza dalle persone con le quali sono in immediato contatto e vengono definiti come “caratteri orali”. L´identificazione è il primo rapporto con l´oggetto e questi sono soggetti che articolano il loro funzionamento in gran parte sulle identificazioni piuttosto che sui rapporti oggettuali. Le introiezioni fantasmatiche di queste persone sono multiple ed evanescenti e sembrano non aver nulla di stabile nella loro struttura.Sono fissate a quel livello dello sviluppo dell´Io in cui perdettero la onnipotenza originaria e cercarono di riottenerla.E´ evidente che, in primo piano, nella eziopatogenesi del problema, sono determinanti i rapporti avuti nei primissimi anni con le figure di riferimento, che si sono dimostrate modelli inidonei a fornire identificazioni stabili. Nel suo caso specifico ,alla sua età intendo, la soluzione più idonea ,in presenza di una sua disponibilità, sarebbe opportuno effettuare un profondo lavoro psicoanalitico, che , attraverso la creazione di introietti transferali solidi e continuativi possa garantire identificazioni valide e consistenti che siano in grado di fornirle quel trampolino di lancio verso una oggettualità soddisfacente e radicata.