Caro dottore cerchi di darmi una mano.Ho finito da poco il liceo classico con risultati notevoli da un punto di vista del profitto. Le persone si congratulano con me, ma non sanno come sto dentro. Ho sfogato tutte le mie frustrazioni nello studio, ora mi sento vuoto e depresso. Mi sono sempre sentito diverso dai miei coetanei, raramente sono andato alle feste, credo per via della difficoltà con le ragazze, sì direi che quello è attualmente il mio problema. La natura è stata generosa con me,sono quello che normalmente si dice “un gran bel ragazzo” e forse questo mi crea ancor più sofferenza, perché, anche ora che ho iniziato l’università, sono le ragazze stesse ad avvicinarsi. Io sento un grande imbarazzo, a volte una vera e propria angoscia, non riesco che a spiccicare due parole ( ad italiano sono stato il migliore della classe!) e cerco di allontanarmi.Con i maschi mi sento più tranquillo, anche se non ho nessuno con cui confidarmi davvero. Toccare un corpo femminile mi sembra inconcepibile, sento dentro di me una barriera invalicabile, ma anche da solo ho problemi a soddisfarmi, mi sembrano cose che non si debbano fare e quando succede sono tormentato dai rimorsi. Ha mai curato situazioni disperate come la mia? Saluti C.V.
Ho inserito il quesito e la relativa risposta nel paragrafo delle impotenze,anche se lei non fa riferimento, descrivendo le sue sensazioni, ad un disturbo specifico di questo tipo, accennando invece ad una conflittualità circa il soddisfacimento tramite pratiche autoerotiche.La problematica si esprime piuttosto sotto una forma diffusa di timore del contatto con le ragazze; d´altra parte avrei potuto rubricarlo in quello delle fobie,specificatamente sessuali, dato che esistono componenti psicopatologiche che possono far riferimento a questa sindrome e, d´altra parte non si può essere più precisi, non avendo la possibilità di contare su altri dati.Molto significativo, per quanto riguarda l´origine del problema, anche se molto criptico, mi sembra quello che lei scrive riguardo allo sfogo delle sue frustrazioni(?)e della ricerca reattiva di una forma di rivalsa nello studio. Noto infatti, e ciò mi sembra molto interessante, che lei non fa alcun riferimento alla sua infanzia, adolescenza, rapporto con i genitori,fratelli, tipo di educazione che pensa di avere avuto,cioè a tutto ciò, in ultima analisi, che possa essersi verificato, o meglioche lei abbia vissuto, nei suoi primi 18-20 anni di esistenza. Oggi, a livello di informazione e cultura generale, sappiamo che la personalità e il carattere si formano, in gran parte, nei primi anni di vita. Perciò credo che il fatto che lei non ne abbia fatto cenno sia dovuto o ad un processo di rimozione oppure al timore di coinvolgere e mettere in discussione le figure di riferimento. Lei mi chiede se ho avuto casi come il suo; sarei tentato di dirle di sì, ma le ricordo che ogni caso ha la sua singolarità o meglio che non esistono casi, ma persone. La radice del suo problema sembra profonda, ma, poiché mi pare che lei sia dotato a livello intellettivo e abbia un buon insight, data anche la giovane età, mi sembra opportuno procedere con un trattamentopsico analitico esaustivo. Per intervenire sull’immediato, allo scopo di favorire uno sblocco somatico, può essere utile farlo precedere da un trattamento ipnotico di una decina di sedute. Questo ovviamente solo contando su una disponibilità sua, che favorisca lo sviluppo di un transfert adeguato e collaborativo.