Buongiorno Dottore, sono una ragazza di 28 anni e la contatto perché ho una forte paura di legarmi a qualcuno, in cuor mio e nella mia mente so il perché, un perché che giustifico con ideologie e pensieri che ho sull’amore, sul vero amore, trovandomi così in un vicolo cieco, credo davvero in ciò che penso o sono solo scuse per non legarmi davvero! Mi limito ormai da tanti anni ad avere storie che mi fanno soffrire, ragazzi fidanzati a cui mi lego in modo viscerale e quasi ossessivo, ma perché? è un legame che sento davvero oppure è solo un modo per non legarmi.. a volte mi dico che è solo una scusa per soffrire, e non riesco più a sentire se ciò che provo è reale oppure frutto della mia mente, ovvero mi trovo a non capire più qual è il confine tra ciò che sento davvero e ciò che mi ‘ossessiona’. Non sono certo queste poche righe a farle capire chi sono, ma forse questo può bastarle per rispondere ad un quesito che mi pongo in quest’ultimo periodo, esiste un idea propria dell’amore che dista da quella ‘comune’? o meglio, il fatto che io sia così è necessariamente qualcosa che io devo cambiare per essere più ‘normale’ oppure è solo un mio modo di essere con il quale devo imparare a convivere e ancora più importante a condividere con gli altri? posso rimanere contorta così come sono vivendo però un rapporto sano e concreto? Spero di essere riuscita a spiegare il senso di ciò che mi turba!
Salve cara, effettivamente da una lettera non è possibile comprendere se lei si leghi a certe persone per soffrire o per il timore di un legame, capisce bene che , per decodificare ciò, occorre scendere nelle viscere dell’inconscio. Se, come mi auguro lei effettuerà un lavoro analitico, le dirò che l’analisi non ha parametri di normalità a cui indirizzare la persona, in altri termini. non è possibile dire aprioristicamente dove questo lavoro profondo la porterà, o quale percorso prenderà il suo processo evolutivo. La saluto cordialmente. Antonio