Gentile dottore,dovendo giudicare quello che sento ora potrei pensare di essere stato sempre un depresso ma probabilmente fino a poco tempo fa ero, come dire, con ogni probabilità compensato. Arrivato a 35 anni, con un lavoro che definirei buono anche se magari non stimolante, mi sento improvvisamente solo, sa, quella strana sensazione di avere come il vuoto intorno a sé. In breve, da circa tre mesi la mia fidanzata storica con cui vivevo da 2 anni, mi ha lasciato, così senza un vero motivo, da qualche tempo era scontrosa, mi rispondeva male . Io pensavo che avesse delle difficoltà sul lavoro ( non si vedono le cose che non si vogliono vedere, vero?) e le capitava di sottrarsi spesso ai rapporti sessuali finchè,un bel giorno, mi ha dato il benservito e mi ha detto che se ne sarebbe andata.. Le ho chiesto perché, erano stati 7 anni vissuti ,come tutte le storie,con alti e bassi ma il rapporto mi sembrava solido ma evidentemente lo era solo da parte mia. Spiegazioni vaghe, tipo “sento che non stiamo più bene insieme…….non siamo fatti l’uno per l’altro…” tutto al plurale anche se io non la pensavo affatto così. Devo dirle che, prima di lei, esperienze sessuali ne ho avute poche e non troppo soddisfacenti, ho spesso sofferto di eiaculazione precoce ma con la fidanzata, dopo le incertezze dei primi tempi, tutto funzionava a meraviglia. I primi giorni dopo il distacco mi sentivo come in trance, ho pensato francamente che avesse un altro uomo, anche se lei lo ha sempre negato. Purtroppo non riesco a farmene una ragione perché, come le dicevo, non c’erano mai state, al di là dei soliti screzi, incomprensioni profonde. Da circa un mese, un mese e mezzo, credo di essere entrato in depressione, così almeno dice il mio medico. Io sento un gran peso ad alzarmi al mattino,ho pensieri neri e anche gli atti successivi al risveglio (toilette, barba…) mi costano una gran fatica. Mentre lavoro sto meglio, il contatto con i colleghi mi aiuta, e il lavoro stesso mi distrae,cerco di rimanerci il più possibile. Vado in crisi la sera, quando rientro a casa, quel silenzio, il buio,accendo tutto, computer, televisione e cerco di andare avanti finchè non mi prende una specie di torpore e vado a letto, ma mi addormento a fatica, ho un sonno agitato e mi sveglio spesso durante la notte. I fine settimana poi, quando sono libero dal lavoro, è un tormento, non so veramente cosa fare, i miei amici sono in gran parte sposati, le altre donne non mi interessano, penso solo a lei e spesso mi ritrovo ad andare al cinema da solo. Il medico mi ha proposto una terapia farmacologia ma io sono sempre stato contrario alle medicine e poi alla mia età vorrei fare qualcosa di diverso , cercare di capire profondamente quello che mi è successo, risolvere le mie fragilità: se ora sono in queste condizioni evidentemente qualcosa non andava anche prima: se ci ripenso sono stato sempre un po’orso come timoroso nei contatti sociali o ipersensibile delle critiche. No voglio più tediarla ma , data la sua esperienza,come pensa possa essere più utile procedere nella mia situazione?. B.N.