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Buongiorno dott.,

le scrivo perché sono giunto al suo sito perché vorrei sottopormi ad una prima visita psichiatrica, la parola “vorrei” sembrerebbe mettere in luce la mia volontà primaria ad essere aiutato, ma in questa fase sostanzialmente non è nient’altro che una ricetta su un foglio di carta prescritta sia dal mio medico curante che dall’istituto ospedaliero in cui mi sino recato. Anche la parola recato sembrerebbe una scelta mia voluta e consapevole, ma è semplicemente un iter dovuto ad eventi che mi sono riguardati nei giorni scorsi (fuga dal mondo che mi stava stritolando con accumulo di stress oramai non più gestibile personalmente) e quando dico fuga intendo allontana mento fisico dai miei familiari e da tutta quella vita, sopratutto lavorativa, che mi stava annientando, così un giorno una persona sia alza la mattina apparentemente come se nulla fosse e si mette in auto per più di 1000 km senza una meta precisa, semplicemente con la voglia di fuggire di scacciare questi problemi (che non sto qui a dettagliarle ma che le assicuro che che sia in ambito familiare, lavorativo e nella sfera sociale erano diventati insopportabili). Non le nascondo che l’idea di non tornare più mi è balenata nella mente più e più volte, ma il pensiero di dare un enorme dispiacere a mia madre l’unica persona che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto mi ha fatto desistere da qualsiasi gesto estremo e quindi di rientrare a casa dopo 10 giorni. La domanda che mi pongo adesso è se è possibile tornare ad una pseudo normalità attraverso un percorso psichiatrico o sono comunque destinato a non risollevarmi ed essere tormentato per il resto dei miei giorni. Probabilmente la risposta la conosco già ma aver messo nero su bianco quello che ho dentro mi serviva.