Gent.mo dottore,ho letto che, in questo periodo si celebra il ventennale del Prozac, da alcuni definita la pillola della felicità. Ho saputo che di questi farmaci si fa un grande uso, mi è capitato un articolo che sosteneva come, da un indagine statistica, risultasse che nella popolazione ultracinquantenne ne facesse usoun individuo su due, e la cosa mi è sembrata enorme, lei come lo spiega? Saluti cordiali.
Oggi di questi farmaci si fa un vero e proprio abuso.Effettivamente esistono dei confini labili tra le forme depressive minori e la cosiddetta infelicità esistenziale o male di vivere.Credo che sia importante distinguere, tra le depressioni minori,la distimia o depressione nevrotica , dalla depressione caratteriale o temperamento depressivo che sfuma nella depressione esistenziale. La distimia è caratterizzata da umore depresso, ansia, anedonia, scarsa energia e marcata affaticabilità, riduzione dell’autostima, scarsa iniziativa con difficoltà alla concentrazione e inibizione decisionale con scarso appetito o tendenza ad iperalimentarsi, insonnia o ipersonnia.E’ possibile che ,in questo caso si possa pensare che oltre all’intervento psicoterapeutico psicoanalitico che resta fondamentale,un uso di farmaci serotoninergici e dopaminergici,se usati in modo adeguato, possa essere prospettato per un periodo non prolungato.Diversa è invece la depressione caratteriale, in cui si ha la impossibilità di separare l’atteggiamento depressivo dalla struttura psichica in quanto la tristezza abituale e la tendenza svalutarsi appaiono parte della struttura del carattere. In questo ultimo caso esiste refrattarietà a qualunque trattamento farmacologico e l’intervento relazionale psicoanalitico è fondamentale.Sovrapponibile sembra il quadro del temperamento depressivo in quanto i termini carattere e temperamento sono concetti usati diversamente dai vari autori ,che a volte li sovrappongono, a volte denominano temperamento la componente biologico- pulsionale, e carattere la componente egoica della personalità. Si pone ora il problema di cosa sia la depressione esistenziale Essa forse non dovrebbe essere definita depressione perché sembra connaturata al nostro attuale vivere nel mondo e non va assolutamente medicalizzata. Probabilmente è questa la fonte dell’abuso attuale dei serotoninergici.Credo che nella nostra società secolarizzata e fortemente edonistica gli individui abbiano perso la capacità di accettare le frustrazioni, dimenticando quanto esse siano un potente motore di crescita individuale. I desideri debbono essere subito soddisfatti, si è persa la capacità di darsi un limite “chi non conosce il suo limite tema il suo destino,” dice Aristotele :non esiste più intrapsichicamente il rapporto conflittuale tra ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare, ma la tensione interna è fra ciò che si è capaci di fare e ciò che non riusciamo a fare . Ogni iniziativa umana è parametrata sul successo che può ottenere e dove non vi è successo vi è depressione come percezione del proprio fallimento esistenziale.Bisogna quindi tornare a gustare la lentezza non facendosi sedurre dalla iperattività e dalle sirene dell’agire freneticamente,ma riassaporando l’otium , la trance, la meditazione, l’arte della contemplazione,il rapporto profondo con i nostri simili,lasciandoci cullare dalla dilatazione del tempo e dello spazio per pervenire nuovamente in contatto con le radici del nostro essere nel mondo.